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lunedì 16 novembre 2009

e.p. del Giorno 16-11-09: Violect Vector and the Lovely Lovelies - EP II (2009; Color Wheel)

Hipsters d' Italia e del mondo unitevi ed aspettatevi una grossa sorpresa. Una sorpresa multicolore e vestita di seta sgargiante confezionatavi da una bella fanciulla sudista di nome Amanda Brooks. Costei, insieme ai propri sodali, è approdata al secondo ep di studio accreditato allo pseudonimo Violet Vector and the Lovely Lovelies (esiste un nome più freak, al giorno d'oggi?), uno dei migliori dischetti di quest'anno che farà innamorare all'istante tutti i fans dei primi Pink Floyd e del vintage pop dal cantato femminile.

I VVLL sono in sei (quattro donne e due maschietti), sono prodotti dalla Color Wheel records (già distintasi su queste pagine lo scorso anno per aver timbrato il secondo lp degli Ideal Free Distribution) e, dietro ad un rassicurante aspetto da congrega hippy alloggiata nel sud americano, nascondono una capacità innata di riprodurre con competenza sorprendente sonorità molto spesso affascinate dalla cultura melodic-psych del 1967. E per essere sicura di centrare il bersaglio grosso, la compagine di Chapel Hill ha deciso di non rischiare la lunga distanza ma di giocare forte su un quintetto di brani dalla facilità d'ascolto spaventosa e dal songwriting tanto semplice quanto eccellente.

Grass Is Glowing e Technicolor Electric (l'apertura e la chiusura del disco) rappresentano la componente più "acida" del gruppo, grazie a chitarre che flirtano con il fuzz, ad un sepiente uso dell' organo Whitehall e ad un incedere nel tempo - a prescindere dalla durata comunque contenuta dei brani - che rievoca logiche care ad antiche suite in miniatura e alle spezie acide che ispirarono il primissimo Barrett. I testi, fedeli alla tradizione e quindi pregni di riferimenti esoterici e colmi di stupore per le magie che la natura nonostante tutto continua a produrre, si muovono a proprio agio anche durante gli episodi centrali del disco, quelli più pop.

La trilogia poppy (e peppy, molto peppy) dell'ep si apre con What's Going On In Your World, brano che raccoglie il meglio dell'entusiamo contagioso che le girls-band sapevano trasmettere così bene nei sixties. Poi c'è la notevole Applesweet, di stampo decisamente più moderno, a ricordare quanto ci si possa divertire ascoltando un pezzo di classico vintage twee. Sunshine In Space, infine, si apposta sulle gloriose barricate di un powerpop un pò scassato e minimale che riporta alla mente eccezionali bands al femminile degli anni '90 come Go Sailor, Heavenly e Cub.

Sapete cosa vi dico? Nella classifica di fine anno riguardante gli ep, i VVLL faranno un figurone. E se del pop con fiocco rosa e sgargianti tonalità vintage siete innamorati, Amanda Brooks e psichedelica compagnia non aspettano altro che ricambiarvi.

giovedì 5 novembre 2009

Disco del Giorno 05-11-09: Parallax Project - I Hate Girls (2009; Kool Kat)

Michael Giblin è uno dei miei tanti piccoli eroi personali. Perchè? Per un motivo, essenzialmente. Mike, stimatissimo musicista proveniente dalla Pennsylvania con decine di esaltanti esperienze alle spalle, alla fine degli anni '90 è stato la spalla fondamentale di Steve Ward nella realizzazione di At Home With, il secondo album dei Cherry Twister, uno dei miei dischi powerpop preferiti di tutti i tempi. Dal 2002 Giblin ha avviato una sorta di progetto solista chiamato Parallax Project. Inizialmente la cosa aveva tutti i crismi dell'estemporaneità, ed un nucleo di musicisti abbastanza vasto si era reso disponibile per aiutare Michael nella registrazione del primo disco, intitolato Oblivious. In realtà poi le cose vanno come vanno, e messa assieme una band giusto per suonare al party di presentazione dell'album, i ragazzi si sono accorti di non essere niente male. Ne è nato un gruppo vero e proprio, che suona regolarmente nel nord-est americano e che prima di questo terzo lavoro di studio ha prodotto un altro disco, Perpetual Limbo, uscito nel 2005.

Il povero Mike deve avere problemi di cuore, se consideriamo che l'album di cui ci occupiamo oggi si intitola I Hate Girls. Ne più ne meno. Ma a differenza di quello che ci si potrebbe aspettare, il disco non è niente affatto cupo nè tantomeno malinconico. I Hate Girls, prodotto da Don Dixon (nientemeno) è un divertentissimo spaccato di powerpop vecchia scuola che pesca in pari misura dall'invasione britannica di Beatles e Who e dalla tradizionale scena americana a cavallo tra la fine dei settanta e i primi anni ottanta. Un lavoro estremamente solido che non ci metterà molto a rallegrare le vostre ore nel mezzo di questi primi giorni di autunno vero.

La starting track si chiama All The Same ed è un colpo di cannone, dove un riff palesemente beatlesiano viene sporcato da pura energia Faces. The Day After Tomorrow, traccia numero due, è intrisa di quel tipico storytelling concettuale che fa molto Tillbrook, mentre Easy è semplice, puro ed incondizionato pop con la P maiuscola, nudo come mamma l'ha fatto e perfetto per uno sfrenato sing-along. Gli Squeeze sembrano essere un'influenza imprescindibile per Mike da Mechanicsburg, che in ogni caso non riesce a levarsi di dosso la scimmia dei sixties targati union jack. Ne escono così prelibatezze come la title track e Waiting To Pull The Trigger, dove si possono immaginare gli onnipresenti Tillbrook e Difford capeggiare un'oscura formazione sessantista in debito con gli Who.

Grande merito dell'album è quello di non scendere di tono man mano che i brani passano. Perchè You & Me e la spettacolare Half intonacano di freschezza Costelliana le pareti dell'album, e Coming Around è un viscerale omaggio fatto di old school powerpop alla propria storia di turnista aggregato ai leggendari Plimsouls. Chicca finale, una grandiosa cover di Needle In A Haystach originariamente di Martha and the Vandella's.

L'album è licenziato dalla Kool Kat e la cosa è un'ulteriore garanzia di qualità. Superfluo dire che se acquisterete I Hate Girls dalla label di Ray Gianchetti riceverete in omaggio un cd-r ascoltando il quale potrete apprezzare i Parallax Project coverizzare alcuni gloriosi brani di Kinks, Velvet Underground, XTC e molti altri (grandissima la cover di A Well Respected Man!). Non esitate!