Due "recuperi" importanti per due dischi mancati dai nostri radar al momento delle rispettive uscite, entrambi raccomandati per inquadrare questo primo abbozzo di weekend primaverile.
Vie - Noises From The Cat Room (2011; Maggie) Vie ci ha messo quattordici anni, sostanzialmente una vita, per assemblare i quattordici frammenti che compongono questa deliziosa cesta di canzoni. Una vita frullata ed analizzata sotto molteplici punti di vista; un numero ed un simbolo, il quattordici, of course, e una lettera, la lettera c, come un'ossessione. Il filo conduttore, dedicato a tre fanciulle, lo tirano Oh Carly, adorabile powerpop da cameretta che apre il disco, e Oh Christine, sontuosa gemma upbeat che svetta di netto sul resto dell'opera. Già che c'era, per completare il trittico, Vie ci piazza Oh Caroline, riuscita cover dei Cheap Trick, ed il gioco è fatto. Abile quando si tratta di gestire una ballata, vedasi la strepitosa My Love, l'autore losangelino è padrone del classico disco che - se lo avessi avuto sottomano qualche mese prima - avrebbe probabilmente trovato un posto nella mia classifica sui migliori dischi del 2011. (CD Baby | iTunes)
Scott Brookman - A Song For Me, A Song For You (2009; autoprodotto) Alcuni album, troppi album, rimangono intrappolati nelle gabbie del tempo tiranno. Un disco del 2009 come questo, così particolare nella sua quieta sfacciataggine, avrebbe meritato sicuramente maggiore attenzione "mediatica". Che ci vuoi fare, il destino della pop music di spessore è rimanere negli scantinati. Pop music si, ma la visione di Scott Brookman è estremamente personale. Mettete in pentola Steely Dan, abbondando pure, e raffinate con pizzichi di Randy Newman, Todd Rundgren di qualità mid-seventies e 10cc a piacere. Irrorate il tutto con argutissimi arrangiamenti Bacharacheschi ricordandovi di consultare, di tanto in tanto, il meritorio ricettario scritto da Carl e Brian Wilson. Soffice, spiazzante ed intelligente musica tutta da scoprire; sostanzialmente pop ma aperta a mille contaminazioni jazzy, songwriting hammondista e persino bossanova. Il tutto, anche se non ce lo si apetterebbe, risulta digeribile in un lampo. Un plauso al coraggio ed un altro al gran risultato che alla fine ne esce. (CD Baby | Bandcamp)
Vie - Noises From The Cat Room (2011; Maggie) Vie ci ha messo quattordici anni, sostanzialmente una vita, per assemblare i quattordici frammenti che compongono questa deliziosa cesta di canzoni. Una vita frullata ed analizzata sotto molteplici punti di vista; un numero ed un simbolo, il quattordici, of course, e una lettera, la lettera c, come un'ossessione. Il filo conduttore, dedicato a tre fanciulle, lo tirano Oh Carly, adorabile powerpop da cameretta che apre il disco, e Oh Christine, sontuosa gemma upbeat che svetta di netto sul resto dell'opera. Già che c'era, per completare il trittico, Vie ci piazza Oh Caroline, riuscita cover dei Cheap Trick, ed il gioco è fatto. Abile quando si tratta di gestire una ballata, vedasi la strepitosa My Love, l'autore losangelino è padrone del classico disco che - se lo avessi avuto sottomano qualche mese prima - avrebbe probabilmente trovato un posto nella mia classifica sui migliori dischi del 2011. (CD Baby | iTunes)
Scott Brookman - A Song For Me, A Song For You (2009; autoprodotto) Alcuni album, troppi album, rimangono intrappolati nelle gabbie del tempo tiranno. Un disco del 2009 come questo, così particolare nella sua quieta sfacciataggine, avrebbe meritato sicuramente maggiore attenzione "mediatica". Che ci vuoi fare, il destino della pop music di spessore è rimanere negli scantinati. Pop music si, ma la visione di Scott Brookman è estremamente personale. Mettete in pentola Steely Dan, abbondando pure, e raffinate con pizzichi di Randy Newman, Todd Rundgren di qualità mid-seventies e 10cc a piacere. Irrorate il tutto con argutissimi arrangiamenti Bacharacheschi ricordandovi di consultare, di tanto in tanto, il meritorio ricettario scritto da Carl e Brian Wilson. Soffice, spiazzante ed intelligente musica tutta da scoprire; sostanzialmente pop ma aperta a mille contaminazioni jazzy, songwriting hammondista e persino bossanova. Il tutto, anche se non ce lo si apetterebbe, risulta digeribile in un lampo. Un plauso al coraggio ed un altro al gran risultato che alla fine ne esce. (CD Baby | Bandcamp)