Kai Reiner viene da Amburgo, Germania. Kai Reiner ama l'arte, i buoni libri e, recentemente, anche la buona musica. A quanto pare, infatti, Kai si è convertito al pop non moltissimi anni fa. Si dice che sia stato il fratello, "colpevole" di averlo trascinato ad un concerto di Brian Wilson, la causa della sua evoluzione musicale e non solo. "Da quel momento ho cambiato il modo di pensare alla vita sotto molti punti di vista, e sono diventato una persona molto più amichevole" avrebbe detto il Nostro. Il potere della pop music.
La copertina dell'omonimo album d'esordio di Kai Reiner non lascia troppi dubbi riguardo a quello in cui ci si imbatterà ascoltandone i contenuti. Sullo sfondo di un verdissimo prato si staglia infatti l'inconfondibile sagoma di una Rickenbacker bianca e nera, e i più voraci maniaci di jingle jangle tra di voi già si staranno leccando i baffi. Non andrete delusi, bisogna dirlo, anche se bisogna aggiungere che, sebbene si tratti di un disco jangle-rock, non siamo nell'ambito del fondamentalismo a dodici corde dei Rhinos, tanto per citare un gruppo di cui abbiamo parlato da poco. Non siamo in pieno trip Byrdsiano, per capirci. Qui il jangle è un elemento fondamentale, ma è posto al servizio di canzoni sostanzialmente powerpop. Un powerpop mite, solare e mai aggressivo, che si abbina alla perfezione allo stile di canto di Kai, anch'esso soffice e pacato tanto da "uscire" appena dal sound sottostante.
L'apertura dell'album è affidata a Cold Summer, uno dei brani migliori tra quelli proposti, e Kai sovrappone al tappeto sonico che tutti ci aspettiamo, vista la Rickenbacker in copertina, quel feeling powerpop che mi ricorda tanto le demo di Adam Daniel venute fuori un paio d'anni fa. Il che vuol semplicemente dire due cose: melodie immense e produzione grezza ed essenziale. Sonorità tipicamente jingle-jangle emergono invece da Only We Both Know, mentre nella gradevolissima Hey K e nell'altrettanto graziosa Know You Now il suono è leggermente più "spostato" verso i tardi Teenage Fanclub, quelli più pop, che sembrano rappresentare per Kai Reiner una grande fonte d'ispirazione. I Don't Want Your Crown è un grande pezzo di powerpop "elementare", sia per quanto riguarda le linee melodiche, sia per il testo - breve e reiterato all'infinito - che potrebbe quasi sembrare banale ma che poi, alla fine, dice un sacco di cose che pensiamo un pò tutti.
Tra le altre canzoni, evidenzierei It's Over, che per lo stile dei decisi riffs di chitarra mi fa venire in mente l'album di Clint Sutton (buonissimo disco uscito quest'anno) e di conseguenza il Matthew Sweet di 100% Fun. E poi, in conclusione, due brani come Are You Ok? e Roll On The Holidays, che per il loro concentrato di pop screziato di jangle minimale e la voce quasi sussurata sapete chi mi ricordano? I Primal Scream. Ok, adesso penserete che io sia completamente impazzito. Se invece non lo pensate, vuol dire che siete tra quelli che - come il sottoscritto - adorano Sonic Flower Groove, il primissimo disco (1987) dei fenomeni planetari che crearono Screamadelica, che alle origini (ai tempi della C86, diciamo) erano veramente un grande gruppo sixties-oriented dal suono devoto a Roger McGuinn.
Sembra essere un autunno caldo per gli amanti del Rickenbacker sound. Approfittatene, dopo In Rhi-Fi sapete già cosa aggiungere al carrello della spesa.
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