Da un pò di tempo pensavo di istituire una sezione interviste sul blog, ma un pò per mancanza di tempo, un pò per pigrizia, ho continuato a rimandare il proposito. Nonostante tutto alla fine mi sono deciso, e le prime domande le ho rivolte a Jordan Oakes. Chi è Jordan Oakes? Semplicemente, colui che negli anni '90 creò la fanzine Yellow Pills, la prima rivista in assoluto dedicata esclusivamente al powerpop. Yellow Pills fu seminale, e permise a centinaia di appassionati in giro per il globo di scoprire artisti sconosciuti, ma soprattutto pose le basi per quella che pochi anni dopo - con l'avvento del web - diventò una sorta di comunità pop. Ispirati dalla fanzine, nacquero i 4 volumi (più uno "postumo") delle omonime compilations, che a detta di molti - ed a buona ragione - in brevissimo tempo diventarono la bibbia del suono powerpop. Jordan Oakes e Yellow Pills, una storia che è già leggenda. Sono orgoglioso di iniziare da lui il "capitolo interviste".
Under the Tangerine Tree: Immagino che tu sia un fan, prima di essere un giornalista musicale. La domanda che faccio sempre in questi casi è: come sei cresciuto "musicalmente"? Voglio dire, c'erano appassionati nella tua famiglia o sei un "autodidatta"?
Jordan Oakes: I miei genitori avevano a casa alcune colonne sonore incredibili come quella di "Midnight Cowboys" ed erano dei discreti appassionati di Burt Bacharach. Il primo album tutto mio, avuto in regalo, è stato "Why" di Donny Osmond! Nello stesso periodo misi le mani su un paio di album della K-Tel (etichetta internazionale nata negli anni '70 con base in Canada - ndr), ed in questo senso mi innamorai perdutamente di una particolare versione del classico "I Think I Love You", rifatta dai Funnies, un oscuro gruppo K-Tel dell'epoca, molto meglio dell'originale della Partridge Family. Inoltre, sempre parlando della prima adolescenza, ricordo di aver amato alla follia la colonna sonora di "The Jungle Book", mentre il primo gruppo pop che amai veramente furono i Carpenters. Il comun denominatore delle mie preferenze è sempre stata la melodia. Ho sempre adorato le melodie ossessive, ma non ho avuto niente a che fare con il rock'n'roll fino ai 17 anni, quando per la prima volta ho sentito i Beatles, che da allora - immagino non sia una sorpresa - sono rimasti il mio gruppo preferito.
UTTT: Ti sei laureato in giornalismo all'università Webster di St. Louis. Quando hai capito che scrivere di musica sarebbe stato il tuo vero lavoro?
JO: Beh, mi è sempre piaciuto scrivere, ed ho sempre pensato che scrivere è estremamente più facile quando l'oggetto trattato rappresenta anche una grande passione. Ho iniziato a scrivere per piccole fanzine, e 16 anni fa è stato quando sono stato pagato per la prima volta. Da allora ho sempre fatto quello per vivere.
UTTT: Hai creato Yellow Pills nell'estate del 1990. Com'era la scena pop a quel punto? Molti appassionati ritengono che il tuo giornale sia stato uno dei motivi principali della rinascita di "quel" tipo di pop music negli anni '90, ed io, naturalmente, concordo in pieno.
JO: Innanzitutto grazie mille. Beh, semplicemente notai che non esisteva nessun magazine completamente dedicato al powerpop in quel periodo e, sapendo quanto fossero (e siano tutt'ora) fanatici gli appassionati di un certo tipo di pop, mi sembrò il momento buono per fare uscire Yellow Pills. Ho iniziato il progetto con il mio amico Rich Osmond (che poi se ne andò dopo il terzo numero) e subito notai che in qualche modo il nostro giornale servì per connettere alcuni punti sparsi della scena. Voglio dire che molti grandissimi appassionati di powerpop, che prima coltivavano la propria mania in privato, grazie a Yellow Pills arrivarono a conoscersi. E' molto importante specificare che questo avvenne ben prima che iniziasse l'era del web, e la mia fanzine anticipò quella che poi sarebbe diventata una sorta di comunità powerpop su internet. Se internet fosse arrivato qualche anno prima, oppure se avessi iniziato a pubblicare la fanzine qualche anno dopo, probabilmente Yellow Pills non sarebbe stata necessaria. Ma è stato fantastico, davvero, perchè quando tutti hanno iniziato ad usare la rete, i più grandi fans del powerpop già si conoscevano tutti grazie alla mia rivista. Se mi permetti una battuta, diciamo che internet è servito ad "ingoiare le pillole"!
UTTT: Yellow Pills, sin dal momento della prima uscita, creò un incredibile entusiasmo all'interno della comunità pop. Hai qualche ricordo in tal senso? Ricordo di aver letto da qualche parte che la gente ti considerava il custode dello scrigno powerpop.
JO: Si, qualcuno in effetti ogni tanto lo dice e ovviamente fa piacere sentirlo, ma non mi sono mai sentito un pioniere in ogni caso. Mi sono ispirato, e tutt'ora mi ispiro, ai giornalisti delle riviste che mi hanno influenzato nel corso degli anni come il New Yorker, Trousers Press e Greg Shaw, che tutti conoscete per aver creato il seminale magazine Bomp! Penso che l'evoluzione del powerpop sia un meccanismo lento e produttivo a lungo termine, ed io sono stato solo un ingranaggio. Ma sono orgoglioso del fatto che Yellow Pills sia stato il primo magazine espressamente dedicato al powerpop, in un periodo in cui il termine non era per niente visto bene. Ho sempre e solo voluto ripristinare il rispetto dovuto ad una forma d'arte splendida, e mi piace pensare di essere stato il collegamento tra la scena originale e la nuova era incentrata su internet.
UTTT: Immediatamente tutte le bands del settore volevano essere recensite da te, so che ricevevi centinaia di dischi per ogni numero. Come entravano in contatto con te in un' era ancora priva delle comodità del web? E quali erano i tuoi gruppi preferiti in quel momento?
JO: Non saprei dire con precisione come facessero a trovarmi, ma in qualche modo mi trovarono. All'inizio tutto derivava dal mio lavoro di scouting: cercavo di trovare i numeri di telefono dei miei eroi, se sapevo dove vivevano. Poi, ad un certo punto, abbiamo iniziato a ricevere tantissimo materiale promozionale, tra cui un sacco di cassette. Penso che ciò sia indicativo per far capire quanto tempo sia passato. Mi ricordo di quando ricevetti il nuovo demo dei 20/20, uno di quei momenti che ti ripagano di tutto il lavoro duro (ricordo che Yellow Pills è proprio il titolo di una canzone dei 20/20 di Tulsa, Oklahoma - ndr). Ma di momenti indimenticabili ce ne sono stati tanti. Ricordo con grande piacere le telefonate che ricevetti da Dwight Twilley e da Eric Carmen. Essendo un giornalista, anche al di fuori dell'esperienza di Yellow Pills ho avuto modo di intervistare personaggi del calibro di Hall & Oates, Todd Rundgren, persino Neil Sedaka e Martin Hamlisch, perciò ho sempre amato parlare con gli artisti che ammiro, perchè ciò mi ha dato la possibilità di chiedere loro tutto quello che avrei voluto sapere da fan. In quel periodo i miei gruppi preferiti credo fossero gli Shoes, i 20/20, i Big Star e i Game Theory. Per me, questi erano i giganti del pop, e ciò avvenne subito prima della successiva ondata di grandi gruppi come Material Issue e Posies. I Material Issue mi piacevano in particolare: il loro suono conteneva quella gioia incontrollabile che il pop dovrebbe sempre racchiudere. In quello stesso momento, poi, in giro c'erano anche gruppi come Redd Kross e Jellyfish, che interpretavano alla grande sfaccettature del powerpop completamente diverse. A quei tempi ero un fan incredibile di un album di Bill Lloyd chiamato "Feeling the Elephant" e di alcune grandi opere di Jim Basnight tipo "Need Your Love".
UTTT: C'era qualcun altro impegnato a far circolare il powerpop a quell'epoca?
JO: Sinceramente, non credo ci fossero altri magazine pop, davvero. Tutte le pubblicazioni musicali, tipo The Musician e Rolling Stone, erano di stampo "generalista", e le grandi fanzines come Bomp! e Trouser Press erano morte già da qualche anno. C'è stato un periodo di vuoto totale, diciamo.
UTTT: Bene, parliamo un pò delle compilations allora. Come ti è venuta l'idea e soprattutto: chi ti ha dato la possibilità di realizzare il progetto? Tra i fans è opinione comune pensare a quei cd come ad un'ipotetica "stele di rosetta sonica" per un'intera generazione di nuovi appassionati di powerpop. Inutile dire che, anche in questo caso, sono totalmente d'accordo.
JO: Grazie ancora. Le compilations arrivarono quando fui contattato dall'etichetta Newyorchese Big Deal. Trovarono il mio magazine in un'edicola dell'East Village e mi chiesero di selezionare le tracce per una serie di raccolte powerpop che avevano pensato di fare. Già prima avevo avuto l'idea di fare una compilation, ma sono riuscito a fare solo una cassetta a causa del ridotto budget. In ogni caso, io ho curato la parte artistica mentre l'etichetta ha pensato alle licenze, anche se, a dire la verità, il grosso del lavoro l'ho fatto io parlando con gli avvocati dei gruppi eccetera.
UTTT: La storia di Yellow Pills si è esaurita lungo dodici numeri della fanzine e quattro raccolte. Come mai hai deciso di terminare quell'esperienza? E come hai deciso di tornare nel 2004 curando la compilation intitolata "Yellow Pills:Prefill"?
JO: Guarda, credo che dopo il quarto volume le raccolte avessero portato a termine il loro compito, in quel momento non vedevo la necessità di farne un'altra. E' vero, ho smesso di occuparmi di Yellow Pills ma ho continuato ad essere presente nella comunità pop da semplice appassionato, anche se ciò può non sembrare evidente. Prefill è stato fatto per le stesse ragioni e con le medesime modalità delle precedenti raccolte, ma per una diversa etichetta. Tuttavia, credo che Prefill sia andato fuori stampa da qualche mese e che sia esaurito (vero, alcune copie compaiono di tanto in tanto su eBay a prezzi da paralisi - ndr). Ne esistono due edizioni, pensa che sulla copertina della prima c'è la mia cassetta delle lettere!
UTTT: Esistono ancore copie disponibili della fanzine?
JO: Credo di avere da qualche parte alcune copie degli ultimi numeri. I primi sono tutti andati.
UTTT: E' il 2010 ed il mondo della musica mainstream è dominato dall'hip-hop, da Lady Gaga e dall'immondizia che spaccia MTV, ma nonostante tutto ci sono ancora in giro un sacco di artisti validi. Quali sono i tuoi preferiti attualmente?
JO: Onestamente, sento di non essere così tanto "in contatto" con la miglior musica pop attuale come dovrei essere, per diverse ragioni. Considera questo: ai tempi di Yellow Pills non era facile trovare dischi powerpop. Era difficile conoscere gruppi oscuri, bands locali ed era molto difficile trovare gli album perchè tantissime cose erano fuori stampa. Le ricerche avvenivano specialmente ai mercatini dei collezionisti o dell'usato, e ricercare 45 giri powerpop era sempre un brivido. Ora tutto si è spostato nella direzione opposta: ci sono tantissimi gruppi pop e alcune tra le vecchie glorie stanno ancora registrando. Ci sono festival powerpop molte volte all'anno (pensate all'International Pop Overthrow di David Bash) ed almeno due compagnie discografiche sopravvivono vendendo esclusivamente powerpop. Penso che tutto ciò sia fantastico, ma per me è difficile restare al passo con tutto. Perciò penso che ci siano in giro moltissimi grandi gruppi e tantissimi artisti talentuosi, ma non riesco a pensare all'esempio perfetto. Capisci cosa intendo? Devo dire che sono ancora molto più legato alle cose vecchie e non mi sono mai "evoluto" davvero.
UTTT: Nella comunità powerpop la tua collezione di dischi è quantomeno famosa...Vuoi dirci qualcosa a riguardo?
JO: Allora, ho talmente tanti dischi che recentemente ho deciso di iniziare a vendere molte cose su eBay. Ci sono moltissimi dischi da cui non mi separerò mai, ma ho anche tante cose che reputo superflue, mentre ci sono dischi che mi piacciono ma di cui posso a fare a meno. Credo si tratti di una sorta di ridimensionamento, voglio essere compatto, come una pop song!
UTTT: In conclusione, ringraziandoti, vorrei conoscere...I migliori 10 album powerpop secondo Jordan Oakes!
JO: Se ti devo dire la verità, per me la musica pop è sempre stata fatta più per i singoli che non per gli album...In ogni caso, in ordine casuale, i successivi sono i miei dieci LPs powerpop preferiti:
Dwight Twilley "Sincerly"
20/20 "st"
The Shoes "Tongue Twister"
The Db's "Stands for Decibels"
Big Star "Radio City"
Badfinger "Wish You Were Here"
Game Theory "Real Nighttime"
Il Greatest Hits dei Raspberries
Material Issue "International Pop Overthrow"
The Smithereens "Especially for You"
Vorrei poi citare altri tre dischi che adoro, come "1+1" di Grin, l'omonimo album degli Electric Hippies e "Where It's At With the Wind" dei Wind. La classifica è sempre soggetta a cambiamenti, ma probabilmente per non più del 33%!
Grazie mille per le fantastiche domande!
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