martedì 25 maggio 2021

Disco del Giorno: The Armoires "Incognito" (2020 - Big Stir)


Avevamo iniziato l'anno con il giusto piglio, e condotto inverno e buona parte di primavera in modo commendevole. Una fase colma di ritardi, vuoti, dischi accatastati sulla scrivania e arretrati non può tuttavia essere negata a UTTT, da tempo immemorabile il blog principe nel regno della procrastinazione. Spiace parlare solo adesso del nuovo disco degli Armoires, poiché in questo caso la tempistica, se non tutto, avrebbe rappresentato molto. "Incognito" è stato pubblicato ufficialmente il primo aprile, il famoso giorno del pesce, non a caso. L'uscita dell'album ha svelato uno scherzetto mica male ordito dalla coppia composta da Rex Broome e Christina Bulbenko, capi degli Armoires e - ormai dovreste saperlo bene - della benemerita Big Stir Records da Burbank, California.

  

In due parole, la storia è questa: com'è noto, Big Stir ogni santo fine settimana pubblica un singolo a doppia facciata digitale; singoli che a cadenza stagionale vengono raccolti nelle superbe "Waves" di cui abbiamo già avuto modo di parlare. Nel lungo periodo segnato dalla pandemia, un po' per diversivo e un po' per esplorare nuove strade e loro stessi, gli Armoires si sono divertiti a travestirsi: sotto mentite spoglie, ogni volta supportati da grandi artisti coinvolti nel gioco, essi hanno cambiato nome e celato l'identità, ma i cinque soggetti nascosti dietro a otto singoli tra quelli fatti uscire durante il lockdown erano proprio loro, gli Armoires. L'operazione, per il concetto costitutivo che ne ha dato il via, è molto interessante: Broome, Bulbenko, John Borack e soci ne hanno approfittato per esplorare sentieri che li hanno portati anche parecchio lontani dalla loro zona di confort ottenendo risultati eccellenti, e la varietà estrema della proposta non toglie un grammo di coerenza e coesione all'opera. Il condimento alla collezione, rappresentato da una manciata di opportune e riuscite cover, infiocchetta un pacchetto curioso e intrigante.

 

I primi due brani sono offerti dai fantomatici October Surprise: quello che dà il via al disco è una riuscita cover in salsa psichedelica del classico di John Cale Paris 1919, mentre (Just Can't See) The Attraction è un autografo frutto folk-pop. Poi entrano in scena i D.F.E., propensi ad addensare i livelli di crunch durante I Say We Take Off And Nuke The Site From Orbit. I sedicenti Chessie System, coadiuvati dal sempre eccellente Blake Jones, tuffano il disco in un abbeveratoio segnato dalla colonna sonora americana di Bagfoot Run e Homebound, e gli Zed Cats, da par loro, spostano il tiro sull'asse sixties garage organistico con Jackrabbit. Non è finita, poiché la platea aspetta ancora gli interventi dei clamorosi Gospel Swamps, abilissimi a maneggiare la complessa materia guitar pop in Great Distances, nonché dei Ceramic Age - il disegno in cui la mano degli autori Armoires è meno dissimulata - protagonisti nella rilassata ballata brit pop Ohma, Bring Your Light Into This Pace e nella sublime fillastrocca sessantesca Magenta Moon.

 

Gli strepitosi tributi a 20/20 e XTC nelle interpretazioni di The Nigt I Heard a Sream e Senses Working Overtime sono il fiocco su un disco estroso e ricchissimo, che spazia tra campi molto diversi tra loro eppure risulta pieno, consistente, omogeneo come pochi. Un album figlio di un'idea molto interessante, in cui gli Armoires dimostrano di saper trattare i mille rivoli della musica pop con intelligenza e luminose capacità scrittorie.

Big Stir Records | Bandcamp

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