giovedì 4 aprile 2024

Jordan Jones "And I, You" (ep)


Quattro anni e mezzo sono passati dall'omonimo, sontuoso album d'esordio di Jordan Jones, un disco che fece andare in brodo di giuggiole la critica di settore. Ma è bene si sappia subito che tutto è cambiato, nel frattempo. Di quell'opera, in questo extended play nuovo di zecca, rimane poco o nulla, se non la straordinaria capacità scrittoria dell'autore da L.A. Quella sì, è ancora ben percepibile. Non più chitarre ringhianti e melodie vocali pronto-uso, e nemmeno inni powerpop neoclassici a presa istantanea. Quello era un lavoro eccezionale, finito ai piani alti della nostra classifica sul meglio del 2019, ma il compito, a volte faticoso, di chiunque si cimenti nel lavoro culturale è di sminare il campo rincuorante ma insidioso della precettistica. 

"And I, You" è un breve percorso in sette tracce durante il quale le sei corde lasciano spazio a ricchi e rilassati arrangiamenti per piano e archi, funzionali all'edificazione di un pop orchestrale e intricato con lo sguardo più orientato a Burt Bacharach che a Doug Fieger. Apre le danze l'elegantissima e strumentale Envelope Of Skin, ma la scena se la prende subito dopo il piano pop davvero entusiasmante di Listen. L'accoppiata Promise You/Forever-Adore You in qualche modo si ispira, non sappiamo se consapevolmente o meno, al soft rock ingiustamente dimenticato negli scatoloni da grande magazzino dedicati all' AOR americano degli anni settanta, con risultati che ripagano del notevole rischio, dobbiamo dire: i lussuosi arrangiamenti classicheggianti, ovviamente abbinati alle ispirate e sagaci linee vocali di Jones, non ci consentono di esimerci dal citare il ricordo di Steely Dan e Hall & Oates.

Can I Stay? alza leggermente i battiti del dischetto, ma è la sinfonia Love Song Of J - a detta dello stesso autore uno dei pezzi meglio riusciti della sua carriera - a stupire con la sua semplice eppure (o proprio per questo) indimenticabile linea melodica colta dai campi ubertosi di un paradigmatico pop per pianoforte e violini. Perché tutti abbiamo bisogno di certezze, e ci mancherebbe pure, ma la dispensa del comfort food è sempre ben fornita, e una divagazione inaspettata rappresenta un bonus che certo non guasta e aiuta a ricordare che gli orizzonti della musica pop sono vastissimi.

 

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