Il ritorno degli Offbeat, dopo il grande ed omonimo album di debutto recensito da UTTT lo scorso anno, porterà senz'altro una fresca ventata di gioia a tutti coloro che, come noi, si cibano quotidianamente di sixties pop di categoria. Diciamo a chi non lo sapesse, e ricordiamo a chi non ricordasse, che gli Offbeat sono un terzetto britannico composto da Tony Cox, ossia l'autore dell'ottimo lp intitolato Unpublished e recensito su queste pagine qualche mese fa, Darren Finlan e Nigel "prezzemolo" Clark, già frontman dei Dodgy e voce solista prestata proprio al compare Cox per il suo album di debutto.
Tutti i lettori più legati all'album d'esordio della band ricorderanno quel lavoro come un incrocio perfetto, riuscito ai limiti del miracoloso, tra il merseybeat più sentito ed emozionale dei club underground di Liverpool nel 1965 ed il miglior sunshine pop in voga nello stesso periodo. To The Rescue, che così a prima vista sarà uno degli extended play dell'anno, segue le stesse coordinate e iscrive di diritto gli Offbeat nel firmamento dei migliori gruppi modern-sixties del panorama internazionale, se è vero com'è vero che due indizi fanno quasi una prova.
E' She Can Make The Sunshine ad aprire il dischetto, e lo fa in maniera superba attingendo dal repertorio mid-Beatles, con un occhio di riguardo volto agli egregi arrangiamenti vocali che ne fanno un gradevolissimo brano da sing along. Someday Somehow, con il suo stomping beat, riporta a certe eccitanti sensazioni pre-garage, mentre il jangle-powerpop di Something About The Girl spinge facilmente il brano tra le cose più orecchiabili uscite quest'anno. Blue Sky, colma di supremo mersey/sunshine sound, è il brano più simile a quelli presenti tra i solchi del disco d'esordio e ha tutte le caretteristiche del "marchio di fabbrica", mentre il pop della conclusiva You & Me è arricchito da apprezzabilissimi aromi psych.
Non ci resta che ribadire quanto abbiamo detto ai tempi del loro album d'esordio: se dei Beatles e del sixties vocal pop avete fatto un credo, l'acquisto di To The Rescue è obbligatorio. Aggiungo che mi sembra di intravedere notevoli passi avanti a livello sia vocale che compositivo, quindi tirate voi le somme.
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