Finalmente il mio pc è pronto e funziona molto meglio di prima, quindi festeggerei postando immediatamente una recensione!
Questo blog si occupa soprattutto di dischi indipendenti, un pò per scelta (di roba "mainstream" sono già piene le pagine web e non), un pò per necessità (la musica migliore tutto sommato proviene ancora e sempre dall'underground) e di dischi, ogni mese, ne ascoltiamo parecchi. Tuttavia, c'è sempre qualcosa che sfugge persino alle attenzioni di tanti attenti cultori del pop sotterraneo. E questo è proprio il caso degli Offbeat, fantomatico combo Inglese autore di un CD-R stracolmo di pop sessantista assolutamente favoloso.
Gli Offbeat non sono un gruppo ordinario, lo si capisce subito e non sto parlando della loro musica, o almeno non solo. Innanzitutto, su internet non si trovano informazioni né tantomeno recensioni su di loro, eccezion fatta per il sito della Kool Kat che me li ha fatti scoprire e dove si apprende che la band è guidata dal duo Britannico Tony Cox / Darren Finlan. Stop. Sul cd non sono presenti altre informazioni e - assolutamente incredibile per una band del ventunesimo secolo - i ragazzi non sono dotati di pagina MySpace! Poco male, perchè le tredici tracce presenti in questo omonimo debutto bastano e avanzano.
Peccato solo che, ancora una volta, ci tocchi imprecare contro questo maledetto mondo, dal momento che gli Offbeat, con il disco pronto da tre anni, non siano riusciti a trovare uno straccio di etichetta ed abbiano infine deciso di promuoverlo da soli in formato cd-r (con il solo aiuto di Ray Gianchetti della Kool Kat, appunto. Grazie Ray!). Perchè imprecare? Perchè mi viene da piangere pensando che un disco come questo sia così incredibilmente difficile da scoprire, persino per lo sparuto gruppo di seguaci infaticabili dei sottogeneri che tanto amiamo. Per fortuna, però, siamo riusciti ad intercettarlo noi e spero che non vogliate lasciarvi sfuggire l'occasione di accaparrarvelo anche voialtri...
Offbeat è il classico album che di primo acchito fa pensare "wow, ma questa dev'essere la ristampa di un disco del '66". Perchè lo stile è quello, inconfutabile e consiglio ai fans dei Beatles periodo Hard Day's Night / Help! di non lasciarselo sfuggire, perchè rappresenta una delle uscite più succose del genere pubblicate ultimamente. Poi c'è il suono, incredibile, che arriva diretto da un'epoca favolosa e scomparsa, eppure ricreata qui, magicamente, con una registrazione analogica da paura ed un uso talmente sapiente della strumentazione vintage, con sitar e synth annessi e connessi, da far dubitare seriamente sulla veridicità della data d'uscita. Eppure, ed è necessario sottolinearlo, Offbeat non suona come un plagio e men che meno risulta stantio, stanco o vecchio. Le melodie sono luminose, le voci perfette e le canzoni, infine, sono canzoni stupende.
Canzoni come l'iniziale Lonely Girl, dove i Beatles pre psichedelia si innamorano del sunshine pop dei Millenium...oppure come Keep It Real, dove il duo di Liverpool da invece completo sfogo alla propria passione per il sunshine pop, in una dolcissima ballata dal ritornello estasiante in puro stile Association o 5th Dimension. Non solo, gli Offbeat fanno pieno centro anche quando si cimentano con un pò di psichedelia: un brano come Welcome to My World è un esempio lampante, per non parlare della spettacolosa Say The Word, guidata da uno straniante sitar e da un melodioso pianoforte. E un pò di jingle-jangle non vogliamo mettercelo? Fallen è una festa Byrdsiana in salsa Hip da applausi e non finisce qui. C'è spazio per Chills, sofisticata ballata uggiosa degna dei migliori (soft) fab four e persino per l'easy listening di Let's Go!, mentre Jamelia rappresenta per il sottoscritto il top dell'album: una fucilata dove sembra di ascoltare Macca impegnato in un esercizio power pop ante-litteram, impreziosita da un ritornello impagabile e da un clamoroso falsettone finale che porta a casa il pezzo alla grandissima. Per chiudere, nel caso le idee di chi ascolta non fossero chiare, gli Offbeat scelgono Here Comes Summer, sorta di ritorno alle origini, un viaggio a ritroso che si conclude in un garage dove i Monkees stanno coverizzando Meet The Beatles.
Il consiglio finale che posso darvi è semplice: cliccate sul link della Kool Kat qui a sinistra e ordinate subito l'omonimo, meraviglioso, disco di debutto degli Offbeat. Se dei Beatles avete fatto i vostri eroi indiscussi l'acquisto è obbligatorio. Ovviamente, l'invito è esteso a tutti i cultori del sixties pop con un minimo d'amor proprio.
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