lunedì 13 maggio 2024

The Reflectors "Going Out Of Fashion"

 



Le discussioni su cosa sia o non sia power pop ammorbano da anni la vita delle pagine dedicate al genere sui social media tra liste di proscrizione, esclusioni coatte e inclusioni forzate: tutto molto triste e anche abbastanza inutile, ma c'è qualcuno, ogni tanto almeno, in grado di mettere tutti d'accordo. Sì, perché i Reflectors da Los Angeles, già passati su queste pagine qualche anno fa per merito dell'album d'esordio "First Impression", sono dichiaratamente power pop, indiscutibilmente power pop, pervicacemente power pop. Anche iconograficamente, considerata la skinny tie messa in bella mostra sulla copertina del disco. Il quartetto californiano sembra a tratti pescato da tipiche compilation di genere alla "Shake It Up!" o "Starry Eyes", ma la capacità di mischiare le carte nella selezione delle pur circostanziate fonti d'ispirazione, il talento nello scrivere canzoni a presa istantanea e la qualità delle armonizzazioni ne evitano la caduta a precipizio nell'ampio calderone delle copie-carbone di Nerves, Buzzcocks e 20/20, gli eroi del gruppo apertamente enunciati.

 

Le sopracitate fonti d'ispirazione si possono chiaramente percepire ascoltando All The Way Down, I Gotta Run, What's Taking So Long e la strepitosa I Don't Know Anymore; tutte figlie della storia che conoscete, certo, ma fresche ed entusiasmanti grazie alla destrezza negli arrangiamenti e alla sensazionale qualità nel comporre spartiti vocali ingegnosi e meravigliosamente melodici. La sagoma disegnata a chitarre stoppate di Just Can't Get Enough Of It starebbe bene nel catalogo dei contraltari d'oltre oceano Speedways, mentre Living In A Dream ha domicilio nel territorio dei Rubinoos più chitarristici.

 

I Reflectors sono pure a proprio discreto agio quando alzano i ritmi e flirtano con più affilate, ma sempre melodiche, sonorità prossime al magico quadrato Buzzcocks-Boys-Undertones-Protex, e allora Silhouette, Going Out Of Fashion, Space and Time e Voices sono pronte per essere inserite nella vostra playlist estiva a tema powerpop-punk '79. Limitation pare un outtake di "The Kids Are The Same", e Time Is All I Have rappresenta una perfetta chiosa nostalgica a un disco che va a parare dove sapete, ma vi sorprenderà per le commendevolissime scelte armoniche sparse un po' ovunque. A dimostrazione imperitura dell'assioma secondo cui, quando si scrivono canzoni con qualità e consapevolezza, l'ostentare suggestioni immediatamente riconoscibili non è una scelta che si possa valutare in alcun modo negativamente.

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