giovedì 9 aprile 2020

Disco del Giorno: The Overtures "Onceinaworld" (2020 - Kool Kat)


Den Pugsley aveva già firmato alcune canzoni nella sua carriera, per i Jetz e per i Pencils, ma il grosso delle bollette lo ha pagato suonando brani di altri come pochi interpreti della british invasion negli ultimi trent'anni sono riusciti a fare. Gli Overtures hanno iniziato nel lontanissimo, ahinoi, 1989, ma il loro primo album fatto di musica originale è uscito nemmeno un mese fa. Lunga gestazione? No, il quintetto britannico ha speso trent'anni a incarnare la miglior sixties-oriented-cover-band del pianeta. 

Addirittura a un certo punto Sir Paul McCartney ha alzato la cornetta per invitarli a un suo after show nella modesta O2 Arena di Londra, e le comparsate, private o para-pubbliche, nei party più o meno esclusivi dello star system di sua Maestà non si contano: Elton John, Squeeze e Kenny Jones tra gli altri clienti, senza considerare le scontatissime apparizioni alla Beatles convention del Cavern e le infinite tournée del loro spettacolo teatrale "The Bootleg 60's Sight and Sound Show". Grande successo ovunque e una considerazione inattaccabile che ora dovrà essere estesa anche agli inediti autografi.



Non ci si aspetti che "Onceinaworld" si discosti troppo dai canoni estetici e musicali che hanno segnato la carriera del gruppo, ma il disco gira che è un piacere e, pur suonando naturalmente revivalista, bisogna ammettere che quando si sceglie questo determinato campo da gioco contano i singoli, veri o potenziali che siano. Tra le armonie celestiali degli Hollies, l'intuito per il ritornello furbo e funzionale alla McCartney e tanto jangle di matrice McGuinn, Till Your Luck Runs Out, The Hollow Bells e soprattutto She Belongs to Yesterday sono frullatori melodici che possono serenamente ricordare i Searchers, quelli della reunion dei primi anni ottanta per capirci, e la loro stessa miracolosa capacità di non risultare scontati.

Altre perle dell'album sono Watching the Grass Grow, deliziosa marcetta dal vago sapore toytown, e la title-track, dove ci si cala nel revival del revival  e dunque nel territorio dei cultori della materia Spongetones. Find What You Mean to Me e She Shines a Light sanno di Amburgo e di Beatles epoca Pete Best e insomma, essendo i suggerimenti chiari, ci permettiamo di aggiungere che, se i vostri gusti incontrano quelli della moderna british invasion e del revival mod di gruppi contemporanei come Weeklings e Len Price 3, potreste aver trovato uno dei vostri dischi dell'anno (noi l'abbiamo trovato).

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