.header-inner:[widht:300px;]

venerdì 23 febbraio 2024

The Maureens "Everyone Smiles"


Finalmente, a primavera de facto, cominciamo a parlare dei dischi in via d'uscita quest'anno.

Ho fatto per la prima volta conoscenza con gli olandesi Maureens nel corso dell'International Pop Overhtrow 2015 a Liverpool, dove Hendrik-Jan de Wolff e sodali si esibirono in un paio di show che mi lasciarono senza parole. Comprai il disco. La band mi vide mentre mi aggiravo per il Cavern Club con in mano il loro album di debutto. I ragazzi si davano di gomito lanciandomi sguardi tra il riconoscente e l'esterrefatto, come se ritenessero perlomeno bizzarro che qualcuno volesse mettersi in casa la loro opera prima. Ciò che mi colpì del gruppo in quell'occasione, oltre all'evidentissima capacità compositiva, furono i detonanti impasti armonici creati dagli intrecci delle loro voci. Qualcosa che non si ascolta proprio tutti i giorni.

Da quella trasferta sono passati quasi dieci album e altri tre dischi: "Everyone Smiles" è l'ultimo, pubblicato un mesetto fa a cinque anni di distanza dal precedente "Something In The Air". I Maureens centellinano, ma qualità e caratteristiche sono una gradevole costante. Il gioco, vincente, è quello di sempre: pop vocale di categoria superiore lucidato da armonie multistrato e da chitarre che in linea di massima tenderebbero al jangle, ora inclini a sfolgoranti escursioni verso il sole delle coste californiane, ora prodighe di richiami al retroterra folk e americana dei Jayhawks più melodici.

 

Il trittico iniziale formato da Stand Up!, Lost and Found e Sunday Driver fiorisce chiaramente in un microclima jangle pop, ma laddove la prima si dirama persino in rigoli che sanno di post brit pop dilatato alla Out Of My Hair, e la seconda vola su ritmi più alti di stampo indie pop, la terza occhieggia al PaulMcCartney periodo Rubber Soul. I Beatles, ma toh, nello specifico quelli più gentilmente dilavati da soffici chitarre acustiche, reggono le trame di Do You, Motherless Bird, Start Again e Only Child, mentre la carta classica della casa ispirata al sixties sunshine pop più tiepido propone piatti di gran pregio come Fell In Love, Alison e High & Dry In The Backseat, che lasciano percepire sintomatici umori Byrds, Left Banke e Billy Nichols.

Fuori dai sottoinsiemi, che sempre lasciano il tempo che trovano, si collocano Rainy Day, eccezionale spaccato di popicana tra Jayhawks e Long Ryders, e soprattutto il pezzo favorito della collezione: Warning Sign è né più né meno una luminescente gemma di power pop armonico che una volta sarebbe finita sulla classica cassettina, mentre oggi, essendo nostro malgrado cambiati i tempi, è destinata a essere pubblicata sul prossimo volume di Radio Tangerine. Per il resto, se gli intrecci vocali di lusso sono tutto quello che cercate, "Everyone Smiles" offre discreti spunti per godervela. Produce Frans Hagenaars, quello che ha messo l'oliva nel Martini in svariati dischi di leggende olandesi quali Daryll-Ann e Johan (a proposito di questi ultimi, aspettatevi novità a breve).

Meritorio Records | Bandcamp

Nessun commento: