.header-inner:[widht:300px;]

martedì 16 marzo 2010

Disco del Giorno 16-03-10: The Tangerines - In Season (2009; autoprodotto)

La Svezia, parlando di cultura musicale e non solo, è da sempre un paradiso terrestre. Mettendo in rapporto il numero degli abitanti con i musicisti attivi, e poi questi ultimi con i grandi gruppi esistenti sul territorio, si nota come la media sia di molto superiore a quella mondiale. Il paese scandinavo, da tempi immemori, vanta una scena hardcore di primissimo ordine, una scena metal devastante, una scena indie tra le più "in" al mondo e, ciò che in questa sede più importa, una scena pop e powerpop tra le più strabilianti mai esistite nella storia. Vi ricordate gli anni '90? Se siete lettori abituali di questo blog, sarà per voi naturale associare il Regno di Svezia ad un periodo sfolgorante per la musica che tutti noi amiamo. E mentre altrove imperversavano il grunge prima ed il britpop poi, lassù bands come Merrymakers, Beagle, Brainpool, Happydeadmen e chi più ne ha più ne metta, lasciavano ai posteri dischi memorabili e, soprattutto, un'eredità che nonostante il trascorrere del tempo non è affatto andata perduta. Le tradizioni sono le tradizioni, ed oggi la scena guitarpop svedese è fiorente come nei gloriosi anni grazie a tantissimi gruppi e ad artisti di sommo calibro come Dorian Gray, Mop Tops, Tor Guides, Rhinos e come i Tangerines, il combo di Stoccolma di cui parliamo oggi.

The Tangerines è il progetto di Per Tolgraven e Hakan Eriksson, giunti al secondo album di studio dopo l'esaltante ed omonimo debutto uscito nel 2006. Il duo, sulle scene già dagli anni '80 sotto il vecchio pseudonimo Rain Refrain, sciorina un fantastico jangle pop, dove il supremo esercizio nell'uso e nella teoria delle Rickenbacker è compiuto con massima competenza e profonda devozione. Credo basti questa sintetica definizione per far capire chiaramente di cosa stiamo trattando: swede-styled-jangle-powerpop eseguito alla grandissima, già vedo i sorrisi sulle vostre facce compiaciute. Le armonie e gli impasti vocali costruiti da Per ed Hakan sono sublimi, senza tempo e, non vorrei sbagliarmi, ma leggo delle influenze che rimandano a Dwight Twilley, uno che insieme a Phil Seymour ha semplicemente insegnato canto sin dalla prima adolescenza. Il sound invece è quello, c'è poco da aggiungere: i Byrds degli albori, preferibilmente con Gene Clarke in formazione, presi e passati attraverso la macchina del tempo ed infine piantati nel presente, dopo aver assorbito ed elaborato la lezione del paisley e dei Teenage Fanclub.

In Season, questo il nome dell'album, propone sedici canzoni una attaccata all'altra. Qualcuno potrebbe pensare che sia un pò troppo. Certo, del resto lo pensavo anch'io. Ma al cospetto di piccoli e brevi gioielli come You'd Better Stop, Rock'n'Roll Girl (dove titolo e ritmica sono un palese tributo all'inno di Paul Collins), Girl of My Dreams, Rainy Day ed alla favolosa e beatlesiana (ma toh!) Hey Hey Michelle, bisogna dire che tre quarti d'ora passano in un baleno.

Agli appassionati di pop scandinavo posso tranquillmante dare un consiglio: gettatevi su uno dei migliori dischi di jangle-pop dello scorso anno. Poi ovvio, noi di UTTT li sponsorizziamo volentieri, essendo quasi loro omonimi. Viva i mandarini!

Nessun commento: