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martedì 30 giugno 2020

Disco del Giorno: 2nd Grade "Hit To Hit" (2020 - Double Double Whammy)



Peter Gill da Philly, ex Free Cake For Everyone, è uomo da spizzichi e bocconi come denuncia la copertina di "Hit To Hit", il secondo album dei 2nd Grade: non è per nulla detto che sia un male. Ventiquattro canzoni, quarantuno minuti, un barile tracimante di idee e idee che a tratti sembrano schizzi incompleti. Eppure, il loro secondo album trasuda charme con pochi paragoni nel panorama pop del duemilaventi. Sono piccoli frammenti di musica melodica e meravigliosamente lo-fi, abbozzi, quasi demo, governati da un'idea di ritorno ai semplici anni della fanciullezza - 2nd Grade, per l'appunto - che per contrasto in negativo richiamano le complicazioni posticce dell'età adulta, ben rappresentate nell'apertura affidata alla clamorosa W-2, tornado melodico di americana a bassa fedeltà dedicata al burocraticissimo modulo per la compilazione delle tasse.

 

Un percorso lungo più nell'immagine che nella sostanza, popolato da bozzetti come Dennis Hopper In Easy Rider, Over And Over e When You Were My Sharona (titolo geniale anzichenò) che potrebbero essere usciti dalla raccolta di outtakes di un ipotetico Robert Pollard in versione ultra-twee, con il singolo Velodrome a rappresentare il contingente al meglio.

              

Provvisto di attrezzatura vocale docile e garbata, Peter Gill ha altresì caricato il bagagliaio di molte ballate perlopiù struggenti e situazioniste: la sfida consiste nell'evitare che il vostro cuoricino si frantumi in mille pezzi durante l'ascolto di My Bike, You're So Cool e Maybe I. La strepitosa Trigger Finger sembra una demo buttata giù da Brendan Benson, intendo il grande Brendan Benson, non l'ultimo del mestissimo "Dear Life", nella preparazione di "One Mississippi", e Boys In Heat, forse per attinenza territoriale, richiama il power pop docile docile dei mai dimenticati concittadini Bigger Lovers. 

 

Pezzi brevissimi, spunti incontenibili e frammenti melodici irresistibili, romantici e proposti senza soluzione di continuità. Dite che Gill avrebbe potuto sintetizzare le molte ottime idee per creare un lavoro più compiuto? Non siamo d'accordo: proprio per le sue singolari caratteristiche, oltre che per le molte grandi intuizioni presenti, "Hit To Hit" è uno dei dischi più affascinanti della prima metà dell'anno.


venerdì 26 giugno 2020

Un Venerdì da single #4



Vegas With Randolph "N.S.A." 


John Ratts ed Eric Kern non stanno mai troppo tempo senza farsi sentire. Nei dintorni di Washington DC, anche se i confini territoriali li collocano ancora nella Virginia settentrionale, i Vegas With Randolph continuano a produrre ottimo power pop, già a suo tempo definito "musica da festa per gente illuminata." Dal 2008 sono arrivati quattro album in dieci anni: l'ultimo, l'ottimo "Legs and Luggage", l'abbiamo ascoltato per la prima volta due anni fa. In attesa di sapere se il tempo medio tra le uscite verrà rispettato, la band ci rassicura con un bellissimo singolo digitale segnato dall'acronimo N.S.A., "No Strings Attached", in slang, quelle azioni che non richiedono nulla in cambio, specie in ambito amoroso. Nessun coinvolgimento sentimentale, insomma: accontentatevi della loro ultima pubblicazione.

Coast Red "Yes Man"

Due singoli e un EP in meno di un anno per il duo californiano, anche se l'esordio sul supporto fisico ancora non è arrivato. Nick Noble e Jacob Sloan continuano a scrivere imperterriti in attesa che qualcuno provveda alla necessità, rimanendo ben ancorati a quegli anni d'inizio millennio in cui canzoni come Yes Man riempivano le chicchissime sale di ogni discoteca indie-rock rispettabile. Detto che il genere nel corso degli anni ha perso molta della freschezza originaria - i nuovi dischi di Strokes, Fratellis e Drums sono le più recenti dimostrazioni in questo senso - l'operazione Coast Red assume notevoli meriti per il riuscito tentativo di rivitalizzarlo. 

Dungeon Of Skeletons "Valencia" 

"La vita è strana, la musica di più. Le nostre influenze cambiano in continuazione: tra quelle del momento sicuramente i Beach Boys, Halloween, il caffé e i dolori articolari cronici." Justin Kline è stato già ospitato su queste pagine una vita fa, per ben tre volte, grazie a un album e a due meravigliosi EP che da quasi dieci anni, di tanto in tanto, tornano a girare nei nostri impianti. Con molto piacere ospitiamo il nuovo progetto di Justin prodotto da Mike Purcell (Superdrag, Lees Of Memory), che l'autore suggerisce ai fanatici di Nada Surf, Teenage Fanclub e, appunto, Superdrag. Il pezzo qui esposto ha piuttosto le sembianze di una bellissima ballata semi-acustica, segnata dalla melodiosa e irresistibile voce del signor Kline che ci induce a sperare in qualcosa di più, possibilmente a breve.

Mom "Tonight"

Quando associate la Svezia all'ampio genere chiamato power pop e lo fate davanti a noi, state sicuri che uno spazio in apertura lo troveremo senza dubbi. Donny Merkins, Luke Wharm e Frank Uptight sono un trio di Malmo meraviglioso nel raccogliere come meglio è difficile riuscire l'impegnativa eredità della grande cultura pop-chitarristica patria, immergendone le impareggiabili qualità in un barile colmo di denso glam'n'roll d'annata. Voci e chitarre studiate sui vecchi testi di Quick e Milk'n'Cookies, dunque, tenendo però sempre ben presente il lascito ereditato da "In Color", necessario ad accentuare una notevole propensione energetica comunque innata. Tonight e Track Of My Tears, almeno per il momento, compongono il singolino dell'anno in attesa dell'album lungo previsto per l'autunno.

Jim Trainor "Glass Half Full"

Avevamo parlato di Jim Trainor nella scorsa puntata e tessuto le lodi della splendida ballata Sometimes, che a quanto pare aveva servito da apripista a questo extended di brani sei, in attesa di un auspicabile album vero e proprio. L'autore dall'Idaho maneggia con estrema nonchalance il manuale melodico, e le canzoni in scaletta trasudano capacità scrittorie non comuni. The Only One, psichedelicamente movimentata da suadente sitar, apre le danze seguita da una pura gemma dedicata a tale Claire, saltellante mid-tempo genialoide benedetto dai capostipiti Roger Manning e Jeff Lynne. L'urgente saetta melodica Grace & Beauty alza i bpm aggiungendo un'altra freccia alla faretra di Trainor, mentre Mine to Take è un altro grande frammento di composizione colta e ispirazione lennoniana che starebbe a pennello tra le ultime produzioni dei Cotton Mather. Insomma ce n'è abbastanza per rendere Glass Half Full uno dei dischetti dell'anno, e mi chiedo cosa stiano combinando i grandi capi delle etichette discografiche se una splendida raccolta di canzoni come questa è disponibile solo in formato digitale.

Lolas "Louise Michel"

Dopo quasi tre lustri di silenzio dal 2006 di "Doctor Apache" allo scorso anno in molti pensavano che il grande Tim Boykin avesse messo la parola fine, e da tempo, ai Lolas. Improvvisamente, ritrovate volontà e ispirazione, il talento puro da Birmingham, Alabama, ha tolto le ragnatele al mitico gruppo che scrisse "Silver Dollar Sunday" presentando nel giro di pochi mesi non uno, ma due album nella seconda metà del 2019, e ora rilancia con il nuovo singolo Louise Michel che magari aprirà la parentesi a un nuovo capitolo della saga. Il compagno Boykin aveva chiuso l'ultimo disco intitolato "Bulletproof" addirittura con L'internationale, e riprende con un'ode all'indimenticata protagonista della rivolta anarchica francese ottocentesca: quando si dice l'importanza delle radici. Ah, poi ci sarebbe la musica: che volete che vi dica che già non si sappia? I Lolas confermano la loro iscrizione alla serie A del power pop d'inclinazione McGuinn/Davies per il ventiduesimo anno consecutivo. 

Wilson & the Catholics EP

Dalla sua casa di Joplin, Missouri, e in coerenza con l'impegnativo nome che si ritrova, Wilson Hernandez è solito spedire lettere d'amore beachboysiano approfittando dello pseudonimo Tennis Club, circostanza che basta e avanza per attirare l'attenzione di un addetto alla materia della pallina di feltro gialla come il sottoscritto. Lo scorso anno il trio ha fatto uscire per la somma Elephant Records il bellissimo mini-album "Pink", e scrutando i possibili sviluppi futuri Wilson si è poi dedicato a un'estemporanea avventura solista, votata a un bedroom pop d'influenze non dissimili da quelle attribuite alla sua band principale, ma di concetto più lo-fi e "indie" nel senso migliore di un termine ormai generalmente privato di significati positivi. Più che i Beach Boys, di conseguenza, le otto tracce che compongono l'omonimo EP di Wilson & the Catholics (uscito solo in cassetta per l'etichetta DIY giapponese Galaxy Train) sembrano delle demo di Mark Johnson & the Wild Alligators. E tanto basta a ospitarlo volentieri da queste parti.

lunedì 15 giugno 2020

Disco del Giorno: R.E. Seraphin "Tiny Shapes" (2020 - Paisley Shirt)

Ray Seraphin è passato alla versione solista durante il trasloco che da Austin l'ha portato alla Bay Area, abbandonando il nome Talkies che fin lì ne aveva coperte le gesta ma non tutti gli (ex?) membri della band, ancora al suo servizio per quanto riguarda la sezione ritmica. "Tiny Shapes" è un bellissimo disco di jangle pop del tipo completamente fuori moda, ammesso e non concesso che qualche forma di jangle pop abbia coinvolto le masse in passato. L'etichetta è di San Francisco e si chiama Paisley Shirt, una citazione del mitico pezzo dei Television Personalities The Boy In The Passley Shirt che è anche una dichiarazione di intenti bella e buona. 

 

Il jangle di Seraphin è infatti di quello sussurrato e dalle caratteristiche umorali non sempre serene, non necessariamente, e non è difficile veder fare capolino da brani come Today Will Be Kind e Hear Me Out il grande Dan Treacy, più quello di "Privilege" che quello di "They Could Have Been Bigger Than The Beatles", conviene dire. Sussurrato e introflesso, "Tiny Shapes" è a tratti madido di quelle chitarre eteree che non possono non riportare alla mente il compianto David Roback epoca Rain Parade ,e la scrittura minimale davvero solo in apparenza, insieme alla grande eleganza espositiva, obbliga al paragone con il grande Leigh Gregory e con i Mellow Drunk di Never Sleep At Night, per stare sul contemporaneo. 

 

Lo storytelling armonioso dell'autore ha fatto scomodare a qualche commentatore persino Peter Perrett, e ascoltando una grande intuizione come Safe To Say potrebbe persino essere tutto vero. La palette a questo punto è quasi pronta, e il quadro completo: "Tiny Shapes", peraltro al momento disponibile unicamente in cassetta e in formato digitale, è un piccolo gioiello di paisley underground fuori tempo massimo.

martedì 2 giugno 2020

Radio Tangerine #2



Nuovo di zecca, ecco a voi il secondo volume della nostra compilation già trimestrale, oggi bimestrale e prossimamente, con ogni probabilità, mensile. Il meglio del rock'n'roll melodico indipendente che nessuna radio vi farà ascoltare.