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venerdì 8 aprile 2011

Disco del Giorno 08-04-11: Love Boat - Love Is Gone (2011; Alien Snatch)

Qualche anno fa pareva una boutade. Una cosa impossibile, un progetto senza senso. Dettato più dall’orgoglio che dalla ragione. Oggi no, oggi si può. Avessi tempo e soprattutto soldi a disposizione, il primo volume della serie Italian Pop Overthrow andrebbe in porto con una tracklist di livello mondiale. Non sono mai stato particolarmente nazionalista e di certo non lo diventerò ora, ma ancora una volta devo convenire su un fatto: la scena pop italiana gode di inspiegabile ed entusiasmante salute. A dare ulteriore linfa a questa convinzione ci pensa un manipolo di sardi tarantolati, che dall’Isola esportano uno dei più frizzanti, eccentrici, esaltanti esempi di beat pop che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi cinque anni.

Loro si chiamano Love Boat, e questo Love Is Gone è il secondo album di studio dopo il notevole esordio Imaginary Beatings of Love, disco che aveva prepotentemente portato sulle mappe del pop europeo questo terzetto di ex garagers cagliaritani. Si preme il tasto play e si finisce in un beach party nel bel mezzo della scalmanatissima ora dell’aperitivo, in un tourbillon di sabbia trasportata dalla brezza marina, di sudore e di alcool. Ma soprattutto di grande rock’n’roll. Love Is Gone è un disco beat pop, questo lo abbiamo detto. Un beat pop tutto giocato sugli originali dialoghi tra chitarre acustiche ed elettriche, sparato in faccia senza i fronzoli di produzione che in contesti simili di solito infastidiscono non poco. Volete chiamarlo lo-fi? Non siamo troppo lontani. Diciamo che si tratta di rock’n’roll melodico alla Alien Snatch, che non a caso è l’etichetta discografica della band. Amiamo cose del genere.

My Cousin’s Place, spettacolo puro, apre le danze, connotando immediatamente tutto quello che c’è da scoprire. La voce melodiosa e la tonalità impossibile di Andrea; gli arrangiamenti sontuosi che tengono in ordine un disco sempre sospeso tra lo stupore di intuizioni melodiche geniali ed il caos controllato più assoluto. E si balla, con l’incontrollabile Cannonball e con le tremende sbandate di american r’n’r che fanno di Pleased To Be Gray una delle pietre preziose del disco. Il climax western continua a tirare le fila di Wooden Spoon, mentre Modern Ties abbassa i toni sembrando quasi riflettere, prima che le conclusive quattro canzoni spettinino definitivamente l’ascoltatore. Tra queste ultime un sentito plauso lo merita Telling Jokes, una bomba ad orologeria dove emerge in tutta la sua nitidezza il talento di questi folli ragazzi per la letteratura rock’n’roll. Il passaggio strofa-ritornello, la regola più antica della musica popolare, è gestito con tanto e tale genio da lasciare a bocca aperta e perché no, da spedire i Love Boat nella classifica che riguarderà i migliori dischi del 2011.

Nove pezzi, zero riempitivi, una dose di divertimento sufficiente a passare tutta l’estate con un sorriso idiota stampato in faccia. Il rock’n’roll, che vi piaccia o meno, è questo. Spettinatevi il ciuffo ogni tanto, posers. E fatevele due risate.

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