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giovedì 23 febbraio 2012

Disco del Giorno 23-02-12: Throwback Suburbia - Shot Glass Souvenir (2012; autoprodotto)

Power pop? Noi ci siamo sempre considerati un gruppo rock, dobbiamo però ammettere che nel corso degli anni ci siamo resi conto che una devota base di powerpop fans ci ha fornito un grandissimo supporto”. E ci credo. Così parlarono i Throwback Suburbia, senza dubbio una delle più eccitanti realtà provenienti dalla costa pacifica negli ultimi anni. Attivi dal 2006 e già padri di un ep (Four Play, 2007) e di un tonitruante album d'esordio (omonimo, 2009), il cinqueteste di Portland torna sulle scene e lo fa in modo dirompente con un disco, intitolato Shot Glass Souvenir, che diciamo non rischia di passare inosservato.

Se a Jimi Evans, Mike Collins e compagnia non interessa essere etichettati con un genere musicale, il motivo sta nella sicurezza estrema nelle proprie capacità, ed il perché non è poi tanto difficile da capire. Il pozzo da cui attingono un talento smodato è senza fine, ed i boys si devono appena preoccupare di comporre, cosa che accidentalmente sembrano saper fare benino. Shot Glass Souvenir è fatto di dodici canzoni, undici originali più la sontuosa cover di Up The Junction, che più di altre cose recensite negli ultimi tempi risultano estremamente telegeniche: se gli zelanti produttori di palinsesti ad MTV avessero un minimo di coscienza, si farebbero un favore mettendo un paio di estratti da questo album in rotazione costante. Per capire a cosa stia alludendo basta dare un ascolto a Give'n'Take, che apre il sipario sferrando un pugno da ko tecnico all'ignaro ascoltatore. Signore e signori, siamo di fronte alla perfezione formale del concetto di pop music: arrangiamenti straripanti e voci – soprattutto la clamorosa, vagamente nasale solista di Evans – gestite con equilibrismo d'acrobati ben al di sopra delle righe.

I Throwback Suburbia ricordano una britpop band alle prese con un corso monografico di powerpop scandinavo: chi da qualche tempo segue questo blog saprà di cosa stia parlando; tutti gli altri sono pregati di andarsi ad ascoltare It's You e Sinking Feeling, brani dove echi di Suede e Supernaturals sono camuffati da un sound smaccatamente chitarristico alla maniera di Merrymakers e Dorian Gray. Caroline tiene a livello la componente più “rocker” del disco e fa da perfetto contraltare a Best Of Intentions, la miglior ballata qui presente che immediatamente segue. E non è tutto, perché lo standard da sogno viene addirittura alzato da Get Her Off My Mind e Down To Love. Durante la prima, mi pare di vederlo, Jason Falkner sembra capeggiare i Crowded House; la seconda, a mio parere il miglior brano in assoluto del disco, con la sua accessibilissima, devastante melodia aiuta a definire i crismi del powerpop del nuovo millennio.

Shot Glass Souvenir è un disco che, se il mondo girasse per il verso giusto, sarebbe mainstream. Un avviso ai naviganti, quindi: i Throwback Suburbia vi sbatteranno in faccia senza remore il loro essere sfacciatamente pop, non c'è trucco non c'è inganno. Chi ha per forza bisogno di stare male, per ascoltare musica, è pregato di volgere il proprio sguardo altrove. Gli altri provino ad accendere la radio, chissà che prima o poi qualcuno si accorga che anche con bands così si possono fare i milioni.

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