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domenica 3 giugno 2012

Singer-songwriter-sunday.

Due cantautori molto diversi tra loro per questa serena domenica di pioggia.


Young Hines - Give Me My Change (2012; Readymade Music) Prima uscita per la nuovissima casa discografica di Brendan Benson, un ascolto bisognava darglielo per forza: Brendan, con tutto quello che in questi anni ci ha regalato, se lo merita. Risultato? Domanda e risposta molto difficili. Diciamo che forse, per godersi appieno Give Me My Change, bisognerebbe essere fans fondamentalisti di quella scena mainstream rock'n'roll che tra Libertines, White Stripes e tutto ciò che c'è stato di mezzo ha tagliato in due i primissimi anni del nuovo millennio. Ciò che ne esce non è male, ed il talento non fa certo difetto ad Hines, anche se, tutto sommato, egli è padre del classico disco che sarebbe stato molto più appetibile se commercializzato in un'altra epoca storica. Infatti, tra un occhiolino volto a quella musa ispiratrice ed un chiaro omaggio a quel notabile simbolo radiofonico, l'autore riesce meglio laddove decide di giocarsela con personalità, ed i momenti più interessanti dell'album arrivano con Just Say No, vagamente profumata di 70's glam, e soprattutto con l'accoppiata No One Knows / Young Again, scheletriche ma soddisfacenti nel loro minimalismo blues. All in all, come direbbero gli anglosassoni, solo (o quasi) per maniaci del genere. (Official website | Bandcamp)

Adam McBride-Smith - Traveller's Moon (2012; Wild Honey) Altro centro pieno per la nostrana Wild Honey e per il suo ultimo acquisto, Adam McBride-Smith, giunto al secondo lavoro di studio dopo l'ottimo Good And Gone, pubblicato ormai quattro anni orsono.  Nato in Oklahoma da famiglia texana, cresciuto a New York ed infine stabilizzatosi a Parigi, Adam è il tipico esempio di cantastorie del sud; un giramondo legato mani e piedi alla propria terra d'origine ma tuttavia abilissimo nel fotografare viaggi, luoghi e persone; dotato di una particolare qualità che, specialmente in un genere come questo, tende a fare tutta la differenza del mondo: il signor Mcbride-Smith, signori, sa scrivere grandi canzoni, adornate da testi coltissimi, per giunta. Nel quartier generale di UTTT siamo sempre stati fans dell'alternative country fatto come si deve, e devo dire che quest'anno il panorama di settore era per ora piuttosto scarno. Ci pensa il buon Adam, che tra tiepide riflessioni acustiche e rare escursioni appena più poppeggianti, infila un paio di saltellanti girotondi dixie, battezzati Blue e Too Cool, davvero niente male. Il resto è tenera malinconia ed un duetto (You're Only One, con l'amica d'infanzia Marisa Frantz) da applauso sfrenato. (Official website | Bandcamp)

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