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venerdì 7 agosto 2009

Disco del Giorno 07-08-09: The Simple Carnival - Girls Aliens Food (2008; Sundrift)

Esistono artisti che in quaranta minuti sono in grado di cambiare decisamente l'umore di una persona. In meglio. Uno di questi è senz'altro Jeff Boller, che dietro alla pseudonimo The Simple Carnival ha realizzato un album, Girls Aliens Food, meritevole di lode e bacio in fronte. Un piccolo capolavoro, nel suo genere, e neanche tanto piccolo, poi. Un disco uscito nel 2008 che, diciamocelo, sarebbe entrato di prepotenza nella top 15 dello scorso anno, se lo avessi scoperto per tempo. Il vostro spirito ha bisogno di una sana dose di soft pop? Prego, servitevi. Jeff non aspetta altro, anche perchè Girls Aliens Food "doesn't rock, it pops!".

Il debutto di Simple Carnival è uno di quei prodotti che definire DIY è poco. Concepito, suonato e prodotto da Jeff nella sua casa di Delmont, Pennsylvania. Il parto sontuoso di un'idea ambiziosa, l'opera perfetta di un architetto pop indipendente con la mente calata nei più tiepidi anni Sessanta. Un concentrato di lussureggianti dipinti che non avrebbero sfigurato nella galleria del tardo Brian Wilson, ed avrebbero fatto scalpore in una mostra che avesse ospitato le opere di Bacharach e Todd Rundgren. Senza scherzi. Riferimenti moderni, dite? Bene, non so se per provenienza geografica, oppure perchè lo ha scritto il maestro Bruce Brodeen nella sua recensione del disco, il timbro di voce e la struttura melodica dei brani riporta alla mente - scusate se esagero - i Cherry Twister dei momenti più teneri oppure, ancora meglio, il tranquillo e geniale Steve Ward di Opening Night. Poi magari sono solo impressioni personali, ma io un disco così lo prendo e lo classifico al volo tra le migliori cose "strettamente pop" uscite da qualche anno a questa parte.

Girls Alien Food è un disco raffinato e strambo al quale ci si affeziona subito. L'apertura Really Really Weird è un'ipotetica istantanea di Ben Folds impegnato in un corso di sunshine pop retto da Brian Wilson. Keeping It Quiet, che poi è anche il mio pezzo preferito della collezione, rappresenta il momento in cui il canto di Boller si avvicina di più a quello vellutato ed indimenticabile di Steve Ward, mentre Caitlin's On The Beach, come si può immaginare, è un intelligente frammento di pop da spiaggia. Le stranezze di Jeff di tanto in tanto vengono fuori ma non disturbano, anzi. Così Cocktails è un'escursione strumentale pseudo-bossanova con tanto di kazoo in primo piano, e la strepitosa Over Coffee And Tea, dagli arrangiamenti realmente geniali, riesce a trovare la sintesi tra Brian Wilson, certe sensazioni "latine" e Paul McCartney, impacchettando il tutto in un'atmosfera tipicamente musical. Da provare assolutamente. Il resto è pop music d'avanguardia di grande categoria: Flirt, vocal pop etereo e vagamente trippy alla moda dei primi Cosmic Rough Riders; Nothing Will Ever Be As Good, estemporaneo e riuscitissimo intervallo acappella; Misery, altro pregiato gioiello del disco con il suo imperdibile botta e risposta nel ritornello condito da uno splendido gioco di sintetizzatori.

Voglia di pop stravagante e fuori dai canoni? Che però sia molto fruibile e si lasci cantare volentieri sotto la doccia? Ordinate subito Girls Aliens Food. Che disco, gente.

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