.header-inner:[widht:300px;]

sabato 1 agosto 2009

Menù del weekend.

Tre dischi interessanti per musicare il primo fine settimana di Agosto.

Sorry - The RSVP ep (2009; autoprodotto). Nome curioso, molto curioso, che subito ha attirato la mia attenzione. Non avevo mai sentito parlare prima di questa band proveniente dall'area di Seattle, ma mi dicono che The RSVP ep è il loro terzo lavoro di studio. Il gruppo guidato dai fratelli Brozovich è fautore di un docile, destrutturato ed interessante lo-fi pop da cameretta che in veste molto più minimale e gioiosamente scarna potrebbe ricordare alcuni eroi della scena indipendente del nord-ovest Americano come Death Cab For Cutie, Shins e - lo affermano gli stessi Sorry - artisti del calibro di Dolour, Doves e New Pornography. Visto che siamo a Seattle è un peccato non citare i Posies (che, per i nostri, sono "solamente la miglior band del pianeta terra"), anche se di Posies in realtà durante questo dischetto c'è poco. Piuttosto, alcune trame qua e là potrebbero ricordare particolari frammenti del Jon Auer solista. Bisogna dire, per essere onesti, che la band mutua ispirazioni ma è lontanissima da ogni tentazione di plagio, così il risultato è sì inquadrabile, ma profondamente originale. Il pezzo migliore qui presente è Autobiography, che con il suo incedere stravagante ed il ritornello killer si fa ricordare per forza. Il pop indipendente fatto con infinita dedizione alla causa, come quello che suonano i Sorry, mi fa stringere il cuore e pensare che in fondo, nonostante tutto, c'è ancora qualcuno che crede ancora nella pura essenza della musica. (www.sorrytheband.com)

Gidgets Ga Ga - The Big Bong Fiasco (2009; Gagatone). I Gidgets Ga Ga sono un combo di Chicago dedito ad un energetico e passionale blend di powerpop altamente chitarristico, contaminazioni british invasion e dosi piuttossto massicce di classico rock americano. Il tutto è contenuto in un album, The Big Bong Fiasco, che vanta ben diciotto episodi. Non tutto tutto è da ricordare, per carità, ma almeno dieci tracce sono sono ben al di sopra della media e almeno quattro assolutamente grandiose. Qualche indizio? Beki, che immediatamente ricorda un rauco Matthew Sweet degli albori, però chiuso a suonare in uno scantinato di Minneapolis, e chi ha orecchie per intendere intenda. Poi c'è Crime, classic rock a stelle e strisce al suo meglio, per non parlare di Damn e Baby You're A Star, dove i Gidgets ci nutrono di prelibato nettare di marca Replacements. E soprattutto, Dreamer, la vetta di un disco a cui non sembra nemmeno appartenere, tanto è aggraziata e sconvolgentemente melodica nella sua tiritera soft pop. The Big Bong Fiasco è un eclettico disco raccomandato a tutti gli amanti di midwest rock che non disdegnano divagazioni melodiche fatte bene. (www.myspace.com/gidgetsgaga)


Michael Gross and the Statuettes - Daylight & Dust ep (2009; autoprodotto). E veniamo alla vera chicca della giornata, un dischetto che promette di musicare non solo questo weekend, ma molti altri a venire. Michael Gross (voce e chitarra), James Kelley (chitarra), Benjamin Johnson (basso) e Matt Glass (batteria) provengono da Salt Lake City e con questo ep intitolato Daylight & Dust sono giunti al secondo capitolo della loro saga dopo aver impressionato lo scorso anno con "Tales From a Country Home", un album per la verità accreditato al solo Gross. In ogni caso, signori, qui ci troviamo di fronte all'extended play dell'anno, un inno alla musica popolare qualunque direzione decida di prendere, sia essa Americana, guitar pop o addirittura revival del defunto new acoustic, però bello come non lo ricordavamo. A suo modo un disco perfetto. Perfetto come i suoi capitoli. Come I've Been Wrong Before, uno dei migliori brani sentiti quest'anno di un genere che da queste parti amiamo chiamare "popicana". Come il capolavoro assoluto Stone Face, commovente ballata che mette in estremo risalto le superbe capacità vocali di Gross. E poi. Novocaine, un numero chiaramente più "rocker"che per tensione emotiva ricorda l'imperdibile Pete Yorn periodo Music For The Morning After. Per chiudere con I'll Come Quietly, il miglior acoustic pop di quest'anno insieme all'ultimo disco dei Moore Brothers, che oltre a ricordare la classe cristallina dei Radar Bros. aggiunge quel tocco di country pastorale caro ai Daryll-Ann di Tailer Tales. Non perdetevelo per nessun motivo. (www.myspace.com/michaelgrossmusic)

Nessun commento: