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venerdì 6 marzo 2020

Big Stir Singles: The Fifth Wave (2020; Big Stir)


Negli ultimi anni Big Stir e Kool Kat si stanno contendendo a suon di uscite incendiarie lo scettro che spetta alla miglior etichetta power pop del globo terracqueo: noi non tifiamo per nessuna delle due fazioni e, salomonicamente imparziali, ci limitiamo a godere dei notevoli dischi in continua uscita. La Big Stir di Burbank, California, da qualche tempo sta portando avanti una bella idea: con cadenze pressoché settimanali, essa pubblica in formato digitale quelli che concettualmente sarebbero dei veri e propri singoli in 7". Un gruppo, due pezzi; un immaginario lato A e un dirimpettaio lato B ideale. Ogni tre mesi, a partire dallo scorso anno di grazia, i mai troppo lodati proprietari Rex Broome e Christina Bulbenko hanno cominciato a raccogliere i suddetti pezzi in una serie di compilation, confezionando queste ultime in regolamentare formato CD.

"The Fifth Wave", in uscita proprio oggi venerdì sei marzo, è naturalmente il quinto capitolo della saga ed è una gioia per occhi e orecchie. Tante sfaccettature della nostra musica preferita in questo volume: si parte dai Goalltheways, che già per il nome dovrebbero meritare la vostra imperitura stima, supergruppo con membri di Brothers Steve, Armoires e Sugarcult nelle proprie fila, intenti a sviluppare la cover dell'anno nell'interpretazione di Silly Girl dei Descendents. Goalltheways che aprono pure l'immaginario lato B dell'album muovendosi sulle stesse coordinate semantiche, stavolta trattando Tourist dei Pink Lincolns.



Il livello generale fa sorridere per quanto è alto, e il dovere di esaltare gli episodi migliori si sovrapporrebbe al piacere di citarli quasi tutti. Per sintesi, poiché l'invito è di scoprire di persona l'intera collezione, val la pena parlare dei due brani offerti dal grande Lannie Flowers: My Street è un gioiellino che un tempo avremmo definito popicana, qui in versione diversa rispetto a quella apparsa su "Home", l'ultimo lavoro di studio del globetrotter texano finito alla posizione ventidue nella classifica riguardante i migliori dischi del 2019 secondo il blog che mi fate l'onore di leggere, mentre Summer Blue è sommo frammento jangle sinora reperibile esclusivamente in formato digitale.

Altrove brillano gli ottimi It's Karma It's Cool dell'ex Popdog britannico Jim Styring, abili a richiamare con gran gusto certe sonorità brit pop prodotte nell'Inghilterra settentrionale a cavallo tra gli anni '80 e '90, e le due facce forse più lontane e parimenti amorevoli della nostra tazza di pop quotidiano: quella quasi folk dei padroni di casa Armoires e quella decisamente power dei Morning Line. Con un'ottima interpretazione del classico dei Pilot Just a Smile insieme all'autografa e dolcissima Make You Mine è presente l'antico sodale Torbjorn Petersson con il suo progetto Tor Guides, mentre i loureediani Speed Of Sound dell'originale Seen it All Before propongono una gradevolissima versione di I See You dei Byrds.

C'è anche dell'altro poiché, ripetiamo, qui tutto è meritevole. Non vi resta altro che ordinare il cd approfittando del link in calce a questa cronaca forse già troppo lunga: mica vi possiamo dire tutto noi.

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