Mi piace, ne parlavamo anche in una delle ultime puntate del podcast, fidelizzarmi a un'etichetta discografica. Mi piace scorgerne il simbolo sul retro-copertina e acquistare il disco marchiato a scatola chiusa. Mi piaceva scovare il magico simbolo in uno stipato negozio vent'anni fa e mi piace, un po' meno, ma i tempi signora mia cambiano, ricevere in rete l'avviso di una nuova pubblicazione. La Subjangle è entrata nel novero, con applausi scroscianti per Darrin Lee, un tizio che oltre a incoraggiare tramite la label decine di artisti molto più che meritevoli dirige l'indispensabile blog Jangle Pop Hub, classico go-to-site per tutti gli amanti di Roger McGuinn, chitarre scampananti, dodici corde e psichedelia leggera.
Tra gli ultimi gioielli messi in vetrina risulta particolarmente degno di nota questo Michael Telles, un insegnante dal Massachussets ormai da molto tempo impegnato a scrivere, celandosi dietro allo pseudonimo Night Heron, emozionanti frammenti di folk-pop trasognato che tradisce notti insonni passate ad ascoltare Nick Drake, Elliott Smith e Joe Pernice. A volte bucolico e pastorale, altre etereo e spaziale, Telles dipinge di concetti dream pop, normalmente non il nostro genere guida ma le eccezioni sono fatte per confermare le regole, delicatissimi estratti onirici da backyard meditativo subito ben rappresentati dall'iniziale Only In The Summer, la cui estate è presa di sera, al tramonto, quando l'afa della giornata si mescola al fresco del primo buio.
Tra molti spunti acustici - You're So Right sarebbe potuta uscire dalla penna dei Kings Of Convenience trapiantati negli eighties e negli Stati Uniti - e altrettante gemme pastorali come Witch City, le diciotto tracce di "I Heard You Dreaming" sono legate da un comune denominatore dreamy e dall'amore sconfinato per Either/Or e Figure 8. Già, diciotto tracce: sulla falsariga dell'operazione Late Pioneers, trattata su questo blog qualche mese fa, la Subjangle ha optato ancora per una meta-compialtion: cinque tracce di nuovo conio in partenza, accompagnate da altre tredici pescate dall'estesissimo catalogo dell'autore, tra le quali spiccano, sempre e comunque timidamente, la drakiana So Unlike Me e la smithsiana In The Blue (For Amber).
Incantato, leggero, fragile, come i numi tutelari citati. Aggiungete un (bel) po' di Byrds e Zombies dilatati più nei suoni che nei tempi e avrete il kit di base per capire Night Heron. Che tra l'altro è uscito in questi giorni con un vero disco nuovo chiamato "Forever Ending", di cui vi daremo conto nelle prossime settimane.
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