.header-inner:[widht:300px;]

venerdì 29 gennaio 2021

Un venerdì da single: gennaio 2021


Giuro che quest'anno proveremo a pubblicare la fatidica rubrica sui singolini nella coda di ogni mese.

 The Morning Line "Back On Heart"

Ritornano a due anni di distanza dall'album "North" i Morning Line. In realtà Stephen Smith e soci una capatina nel 2020 l'avevano anche fatta con Child's Play, traccia solitaria e sporadica che faceva presagire, chissà, l'arrivo di un nuovo lungo. Per ora nulla, si prosegue sul sentiero del singolo digitale, ma se non altro stavolta le canzoni sono due. Come da tradizione della casa, volendo anche opinabile, il brano che apre è un lento a fiamma bassa, colto e ambiziosetto pure, mentre la gemma viene dopo. E allora lo scintillio compare in Might Believe, un Matthew Sweet in enfasi costelliana calato mani e piedi negli anni ottanta nel sud-est degli States. Del resto il nostro Matthew preferito in quel periodo doveva essere proprio da quelle parti.

The Burkharts "Who Are The Burkharts?"

Chi sono i Burkharts? Sono un quartetto di Buffalo e, anche se il nuovo anno è ancora all'alba, hanno piazzato un ep che si candida ai piani altissimi della classifica sui migliori del 2021. Definiscono la loro musica come un "rock'n'roll rilassato, non troppo sonnacchioso, non troppo pepato". Understatement, parrebbe. I sei pezzi inclusi nel mini rappresentano una detonante interpretazione del Beach Boys sound pre-1966, non necessariamente quelli ballati in tutte le balere del globo terracqueo, anche se i numeri sostenuti non mancano e sono gioielli. I meravigliosi lenti proposti emanano una commovente brezza west coast, e To Be Your Lover, in apertura del dischetto, è la traccia che includeremmo in un'ideale raccolta del meglio di gennaio. Dovreste farlo anche voi, se in vita avete speso torride notti in cameretta a sognare l'amore ascoltando "Summer Days And Summer Nights". L'estetica wesandersoniana tinta di giallo infiocchetta un singolo grande per davvero. I Burkharts parlano di album, ma i brani sono sei e, come ben sapete, fino a sei brani si deve parlare di ep.

The Shang Hi Los "Kick It Like A Wicked Bad Habit"

Dopo un periodo di acuminate riflessioni e disperati studi avete bisogno di qualcosa fatto di zucchero e disimpegno? "Kick It Like A Wicked Bad Habit" fa al caso vostro. Collettivo messo insieme da Dan Kopka (Watts) e Jen D'Angora (Jen and the Delinquents) pescando nel giro rock'n'roll di Boston, gli Shang Hi Los dispensano nei cinque pezzi inclusi nel dischetto momenti di euforizzante frivolezza a doppia voce lui-lei e ritmi tendenzialmente su di giri. I riferimenti appuntati al petto con estremo orgoglio sono da un lato le girl-group dei 60's, dall'altro quelle della seguente ondata ottantesca, il tutto energizzato da una bella dose di bubblegum in polvere. Se l'immagine di Blondie, Katrina & The Waves e Go Go's retrodatati al '65 e provvisti di camiciole e strumentazione d'epoca vi fa scattare dal divano, questa è roba vostra. Aggiungiamo che, ai cultori della materia, gli Shang Hi Los potrebbero ricordare i primi, grandissimi Miss Chain & The Broken Heels. Il marchio apposto dalla Rum Bar Records non può che rappresentare un'ulteriore spinta all'acquisto.

Dungeon Of Skeletons "Gonna Be Alright"

Terzo singolino in digitale per il nuovo progetto del vecchio amico di UTTT Justin Kline. La scorsa estate abbiamo parlato di Valencia, primo vagito dei Dungeon Of Skeletons, poi abbiamo fatto in tempo a perderci il secondo, chiamato Run Towards It e uscito a stretto giro di posta. L'ultimo nato di casa Kline vede la luce proprio oggi, e il volume delle chitarre nel corso degli ultimi sei mesi si è alzato sensibilmente. Se Valencia era una gradevolissima ballata dalle forte tinte acustiche, Gonna Be Alright è un estratto di power pop con le gambe ben piantate negli anni duemila illuminato dalla celeste voce di Justin. Le evidenti credenziali - ancor più che le pretese - radiofoniche collocano idealmente il brano nell'estrema coda di quell'ormai lontano vagone per il successo, su cui non salirono mai davvero grandi artisti come Jack's Mannequin e Rocket Summer.

The Click Beetles "Hey Renee"

Formati nel 2014 da Dan Pavlevich dopo la dissoluzione dei Bradburys, i Click Beetles in sei anni sono stati capaci di pubblicare due dischi lunghi, l'ultimo dei quali, ragguardevole, è uscito nel 2019 con il titolo Pop Fossil. Numero 110 (!) nella famelica serie di singoli per la mai abbastanza lodata Big Stir Records, Hey Renee è un persuasivo spaccato jangle provvisto di suadenti linee di basso e chitarra, mentre la traccia gregaria, "All Day Sucker" è una criptica ballata non priva di un certo fascino introspettivo. Un buon modo per inaugurare l'anno e un altro motivo di vanto per l'etichetta di Burbank, che ha iniziato anche il 2021 a spron battuto con una serie di uscite prossime a trovare il dovuto spazio su questo blog!

Nessun commento: