Nonostante la perdurante assenza di una qualsiasi, ancorchè prodromica forma di "scena", devo ammettere che in Italia inizia ad esserci un buon numero di validissimi gruppi più o meno legati al power pop. Negli ultimi mesi, su questo blog, abbiamo parlato di ottime bands ed artisti autoctoni quali Dagos, Vickers, Miracle Man e Philomankind. E abbiamo già scritto anche dei milanesi Radio Days, oggetto di questa recensione.
Il quartetto, formato da Dario Persi (voce e chitarra), Omar Assadi (chitarra e cori), Mattia Baretta (basso) e Francesco Orsi (batteria) è giunto alla terza produzione "ufficiale", dopo l'omonimo esordio del 2006 e lo split e.p. diviso con i britannici Hotlines uscito all'inizio del corrente anno, e bisogna dire che i sei brani che compongono questo nuovo extended play chiamato Midnight Cemetery Rendezvous rappresentano un gigantesco passo in avanti rispetto alle precedenti sortite discografiche. Le canzoni, che poi sono la cosa più importante, stanno costantemente allontanandosi dall'estetica punk rock (metà dei Radio Days suona infatti anche nei Retarded, noto gruppo Ramones-oriented Italiano) pur mantenendo la naturale energia tipica del genere di provenienza, ma i brani ora muovono verso strade diverse, dove la melodia inizia ad occupare il centro della scena in modo indiscutibile.
Sei pezzi, dunque. Sei brani solidi e convinti senza anelli deboli, dove si intravede una certa confidenza con la materia e dove alcune melodie influenzate dai sixties si fanno strada in spaccati power-pop-punk dal grande tiro e dalla presa rapida, che in almeno un paio di situazioni diventano memorabili. Altro fatto positivo, come già notavo recensendo il loro split con gli Hotlines, fa abbastanza strano (e piacere) vedere dei giovani meneghini che - anni luce lontani dalla scena indie tanto in voga nella capitale della moda - suonano con l'attitudine dei Real Kids. E brani come l'iniziale Brand New Life e Tomorrow sono riuscite dimostrazioni di classico powerpop sospeso tra la fine dei '70 e l'inizio degli '80, energetico, screziato dalle scorie del punk, ma dal grande impatto melodico tra Beat, Vapors e i Ramones più bubblegum. Canzoni come Waiting For You e She's Driving Me Crazy sono perfetti esempi di powerpop melodico e dall'eccezionale tiro, che ricordano i gruppi delle compilation Teenline e certe recenti (e grandiose) produzioni Australiane di gruppi alla P76. Poi c'è Don't Keep Me Waiting, che a mio personale parere rappresenta la vetta di questo dischetto, ed è qui dove le armonie vocali dei sixties ed alcuni accenni di chitarra "pulita" si fanno strada in un ritornello dalla struttura melodica davvero pregevole.
A completare il quadro, la riuscita cover di Rock'n'Roll Girl dei Beat di Paul Collins, vero eroe e somma influenza per i Radio Days. Sarà pertanto favoloso, per loro, aprire le tre date Italiane della leggenda del powerpop mondiale previste ad Ottobre e precisamente il 17 a Ravenna, il 18 a Fidenza e il 19 a La Spezia. Tre ottime occasioni per rendere omaggio alla storia e contemporaneamente vedere all'opera uno dei migliori gruppi Italiani del momento. Non mancateli.
1 commento:
Sorry Guy. You are back on my blog roll. Therop was not intentional
Curty Ray
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