martedì 30 marzo 2021
Disco del Giorno: Dolph Chaney "This Is Dolph Chaney" (2021 - Big Stir)
venerdì 26 marzo 2021
Un venerdì da single: marzo 2021
The Easy Button "Waiting Room"
Torna la band di Tampa, Florida, a un anno di distanza dal gradevolissimo lavoro lungo "Some Bands Have All The Fun", che ha finito per occupare una posizione ragguardevole nel nostro best of 2020. Di quel disco Waiting Room avrebbe potuto tranquillamente far parte, e gli Easy Button con il nuovo singolo proseguono decisi sulla strada tracciata: pop/rock d'impasto collegiale, caratterizzato da chitarre sostanziose e da melodie a tratti angolari sempre sul punto di esplodere in ritornelli memorabili, pronte a entrare nelle grazie dei numerosi lettori ossessionati da Weezer, Ultimate Fakebook, Snug e da tutto quel sottobosco pre-emo che raggiunse il proprio periodo di massima fertilità nella seconda metà degli anni '90.
Leggendo il nome Peaces abbiamo avuto un sussulto: non saranno per caso riapparsi i tre newyorchesi che nel lontano 2006 se ne uscirono con il mastodontico "Is/Are Was/Were" scomparendo nel nulla un secondo dopo? Purtroppo no, questi Peaces sono tedeschi, ma i quattro brani che compongono "Heathens Of Love" consolano non poco. Pop chitarristico dalle marcate influenze jangle e almeno un pezzo - la tite track - abile a imporre ai nostri recettori uno stato di fame incontrollabile: quattro pezzi sono troppo pochi, speriamo l'EP sia prodromico a un piatto più ricco da divorare a breve.
Avevamo avuto la fortuna di scoprire gli Octubre, gruppo spagnolo di Murcia, assistendo alla loro brillante performance a Liverpool, nel corso dell'edizione 2015 dell'International Pop Overthrow: fu amore a prima vista. In quell'occasione acquistammo "Todo Se Lo Lleva El Viento", il loro terzo album di studio immatricolato nel 2014, che ci impressionò per la naturalezza con cui le melodie zuccherosissime pur ben distanti dallo stucchevole sgorgavano dalla penna del quartetto. Un ulteriore disco lungo, "Mouseland", fu rilasciato proprio nel 2015, poi un silenzio durato quasi sei anni. Questo nuovo EP non si discosta dalla tradizione del gruppo; quattro brani power pop d'infatuazione sessantesca laddove la componente pop è decisamente preponderante, tra i quali spicca La Huida, pezzo istantaneamente memorabile sorretto da un gran gusto nel lavorio delle nostre chitarre favorite. Auspicando solo che "Epilogo", il titolo del dischetto, non sia profetico.
La band danese è pronta a pubblicare il terzo album di studio, che si chiamerà "Abdicate The Throne" e vedrà la luce il prossimo sette maggio. I ragazzi lo stanno lanciando in grande stile: quattro i singoli apripista, roba da major anni degli anni d'oro. L'ultimo, I'd Be Me, è stato rilasciato qualche giorno fa, ed è un'altra promessa per un disco definito dall'ufficio stampa "più ambizioso, ampio, audace dei precedenti due", che poi sarebbero "The Buca Bus" (2016) e "A Salty Taste To The Lake" (2018). A quanto pare nella nuova opera ascolteremo "rock, pop, country, musica classica e tutto quello che sta in mezzo": non nascondiamo una certa curiosità. Nel frattempo, I'd Be Me è un'altra gemma di raffinato pop vocale, cesellata a puntino per soddisfare i molti seguaci di Crowded House, Michael Penn e... John Lennon abituati a seguire questa pagina.
Gli Hard Way sono sostanzialmente Matt Wilczynski. Egli canta e suona chitarre, basso, pianoforte e batteria, invitando qua e là numerosi ospiti a tenergli compagnia. Un talento vistoso ed eccentrico, sia inteso l'aggettivo nell'accezione più positiva possibile. "New To You" è un ambiziosissimo EP di cinque pezzi, ognuno dei quali conserva una sua particolare indipendenza. Walls & Bridges è apertura di gran classe definita da una precisa chitarra slide e dalla voce tracimante sentimento di Wilczunski, non troppo dissimile da quella che ha reso un Dio sotterraneo Steve Eggers dei Nines, mentre il chorus affonda i piedi nel sostrato melodico dell'Album Bianco. Note To Self vanta una scrittura di primissimo livello, opportuni cori opacizzati e una linea di pianoforte memorabile. Open Cage rimane ancorata a una grande melodia che riesce a tener sotto controllo qualche azzardo epico, e la strumentale Wormtown Underground non disdegna arrangiamenti che sconfinano nei territori funky di basso e fiati. Sunshine, acustico finale, trasuda caloroso soul secondo la ricetta classica dei Doobie Brothers, chiudendo un dischetto elegante, studiato in ogni minimo dettaglio, pieno di cose belle, da maneggiare con cura.
Abbiamo parlato di Mo Troper e del meraviglioso album "Natural Beauty" alla fine dello scorso inverno: il suo terzo lavoro lungo, debutto per la Tender Loving Empire, ci aveva impressionato alquanto. Nel frattempo il cantautore di Portland ha pubblicato un tributo integrale a Revolver e, proprio alla fine dello scorso anno - ci si perdoni il ritardo - questo commovente singolo digitale dedicato alla memoria di Adam Schlesinger, il leader degli inarrivabili Fountains Of Wayne ucciso dal Covid lo scorso aprile. "You wrote the perfect song / it gets stuck in my head all day long" canta Mo Troper idealmente inginocchiandosi al cospetto di uno tra i più grandi songwriters di tutti i tempi. The Perfect Song è una sentita, brillante, dolcissima canzone indie pop fai da te, registrata a casa di mamma. Un brano scritto da una penna sempre tra le più ispirate del momento, che non potrà non commuovere chiunque sia ancora provvisto di cuore e memoria.
giovedì 25 marzo 2021
Disco del Giorno: The Boys With The Perpetual Nervousness "Songs From Another Life (2021 - Bobo Integral/Kool Kat)
sabato 20 marzo 2021
Disco del Giorno: Jeremy Porter and The Tucos "Candy Coated Cannonball" (2021 - GTG Records)
In un'era il cui inizio si perde ormai nella remota memoria segnata dalla perdurante assenza di live, "Candy Coated Cannonball" rappresenta un meritato toccasana. La cartella stampa abbinata al disco, citandone le influenze, parla di classico power pop americano tra Cheap Trick e Plimsouls, di roots rock di retaggio Parsons-Tweedy, di punk figlio degli X e di certo rockabilly. Ci si può trovare d'accordo, più o meno, ma le sensibilità di ognuno non sono sindacabili. Di certo il gruppo sa fare molte cose, prima fra tutte accelerare e decelerare con sapienza, sferragliando con riff affilati e voci insolenti un attimo prima; seducendo con lunghe ballate acustiche un secondo dopo. Proprio come i migliori gruppi che frequentavano i vostri abbeveratoi preferiti ai tempi belli, tornando alla considerazione di poco fa.
Nel vario repertorio esposto sono soprattutto due le anime che spiccano: quella elettrica e aggressivamente melodica debitrice di Robin Zander, Paul Westerberg e Evan Dando e quella pacata e cantautorale, sovente intarsiata di elementi tratti dal vocabolario alt.country che Porter sa maneggiare molto bene. Insieme ai Tucos - al momento Bob Moulton al basso e Gabriel Doman alla batteria - Jeremy apre il fuoco con Put You On Hold, episodio che rende grande onore a Detroit, città d'origine del trio, e al suo proverbiale sound. Definito da una competente farfisa, il brano è fatto d'intenso garage'n'roll e sa di Stooges, appunto, di quelli intenti a cibarsi di una dose di speed più cospicua del normale.
Il passaggio successivo tocca a Dead Ringer, che pare un mid-tempo dei Replacements e fa del sintomatico ritornello un vero e proprio vanto ("She's a dead ringer for a pop singer i fell in love with on a record sleeve - applausi), ma il meglio arriva più avanti: Upward Trend e What Could Be In That Box sono pregne di richiami al libro classico del power pop americano di cui sopra, mentre Downriver Song, October Girls e soprattutto la meravigliosa Zipper Merge dimostrano la naturalissima propensione di Porter nel maneggiare la miglior popicana di casa. Non potendo farne a meno, segnaliamo anche il prezioso e cantilenante intermezzo History Lesson, Part III, un altro capolino di Paul Westerberg in Stunned e l'incisiva chiusura delegata a Girls Named Erica, durante la quale la proverbiale prestanza muscolare dei Cheap Trick si fonde con un sagace songwriting al gusto Lemonheads.
Non c'è molto altro che possiamo aggiungere per definire ancor più precisamente il disco del giorno. "Candy Coated Cannonball", a volte correndo, altre passeggiando meditabondo, finisce per essere semplicemente un bel disco di rock americano, abile a pescare dalla tradizione evitando che questa si trasformi in un dogma invalicabile. I poster in cameretta, poi, sono quelli giusti.
domenica 14 marzo 2021
Disco del giorno: artisti vari "The Boy Who Paints Rainbows. A Colorful Tribute To Television Personalities" (2021 - Paisley Shirt)
mercoledì 10 marzo 2021
Disco del Giorno: The Airport 77s "Rotation" (2021 - autoprodotto)
venerdì 5 marzo 2021
Disco del Giorno: Emperor Penguin "Corporation Pop" (2021 - Kool Kat)
martedì 2 marzo 2021
Radio Tangerine #5
Come per fortuna sempre più spesso accade, ecco a voi il nuovo volume di Radio Tangerine, la playlist che raccoglie il meglio del rock'n'roll melodico indipendente uscito nelle ultime settimane!