Phil Dutra è il classico cantante/compositore Americano. Proviene da Austin, Texas, ma divide il suo tempo con Atlanta, Georgia, dove spesso si reca per applaudite performances. Già vincitore di quel prestigioso contest per cantautori chiamato "Taxi Road Rally", Phil suona un tipo di pop sentimentale e vigoroso, colmo di melodie luccicanti e testi che non scadono mai nella mediocrità banale. E se è ovvio (lo è, diciamolo) che di autori simili è piena l'America, bisogna rendere merito a Phil di sapersi gestire bene all'interno di un genere musicale inflazionato e, peggio, infestato da personaggi quantomeno discutibili.
Right Behind The Rain è un extended play di sette brani che giunge a ben nove anni di distanza dall'esordio, un album "vero" intitolato See The World, che io non ho mai ascoltato ma che a questo punto non mi dispiacerebbe sentire, se grossomodoi i parametri sono questi. Nella home page del proprio sito web, il signor Dutra ha riportato la recensione del proprio disco apparsa sul quotidiano Atlanta Journal Constitution, nella quale spicca un frase che bene rende l'idea di cosa ci si possa aspettare da un disco di Phil. Infatti, il suo sound è correttamente etichettato come "il frutto dell'amore tra i REM ed i Barenaked Ladies su una hit degli XTC".
Ora, non so per quali motivi amiate la band di Partridge (oppure la odiate, sta a voi), ma effettivamente gli elementi presenti in questo Right Behind The Rain non dovrebbero essere quelli principali. Forse, a tratti, per l'importanza delle venature melodiche e per la tensione emotiva delle stesse - soprattutto in (Let Me Be Your) Superman - qualche accenno di Squeeze, più che di XTC, si può scorgere. Ma i pezzi migliori sono quelli dove le influenze conclamate sono palesi. La title-track, autentica gemma, è un pezzo che ricorda in automatico lo stile di canto del maestro Stipe e che sarebbe a suo agio in un bel pò di dischi dei REM degli anni 90. Inoltre, giusto per aprire la parentesi "influenze oscure", c'è una band che, ascoltando il suddetto brano, mi viene in mente e che cito volentieri: gli Olandesi Johan. Non li conoscete? Correte ad ordinare i loro tre album-capolavoro editi dalla Excelsior recordings! L'altra canzone importante è Never Enough, dove sono in effetti i Barenaked Ladies, una delle più pregiate pop-bands Canadesi di tutti i tempi, a fare capolino in un brano dal ritmo incalzante che riporta nel girotondo dei ricordi gli Squeeze, di nuovo loro. E siccome sto riascoltando il disco avendo innestato l'opzione "random" nel mio stereo, cito solo ora il pezzo d'apertura She Walks Away, bel brano che gli anglosassoni definirebbero "slow burning", introdotto da una voce profonda e vagamente sensuale che traghetta il pezzo verso un ritornello non dico "epico", ma non siamo lontani, e credo che i fans dei Crowded House più "ostentati" non disdegneranno affatto.
Oltre ai cinque brani "ufficiali", l'e.p. è completato da una versione differente di She Walks Away e dalla demo di un grazioso brano chiamato Another Day Alone che speriamo di ascoltare a breve nella sua versione definitiva in un nuovo disco di Phil Dutra. Tutto sommato, i fanatici degli artisti più volte citati in questo articoletto dovrebbero avere sufficienti buone ragioni per aggiungere un nuovo dischetto alla propria collezione.