Sebbene negli ultimi anni siano uscite numerose ottime powerpop bands, quello che manca è la costante presenza dei "grandi" del genere, quegli artisti che fino a non più di sei o sette anni fa trascinarono la scena a livelli inimmaginabili, riportandola vicina ai fasti degli anni ottanta, quando in giro c'erano i Big Star: era tutto un fiorire di gruppi fantastici, grandi etichette come la Not Lame erano ancora attivissime e sembrava che tutto fosse possibile. Ultimamente si sta assistendo ad una sorta di ricambio generazionale e i grandi artisti del glorioso finale di millennio sembrano centellinare le loro sortite. Per fortuna c'è qualcuno che, impavido, continua a tirare dritto per la sua strada, e una band che senz'altro merita di essere inserita nel novero dei gruppi quintessenziali sono i Lolas.
Formatisi nel 1998 sulle ceneri degli Shame Idols attorno alla figura del cantante-chitarrista-compositore Tim Boykin in quel di Birmingham, Alabama, i Lolas hanno dato alle stampe quattro album: Ballerina Breakout (1999), Silver Dollar Sunday (2001) e Something You Oughta Now (2004) - tutti per la Jam recordings - e Doctor Apache (2006), per la Giapponese Wizzard In Vinyl, etichetta che ha anche ristampato i tre album precedenti, a dimostrazione del discreto successo che i Lolas riscuotono nel paese del sol levante (dove sono persino stati in tour). Il disco oggetto di questa recensione, Like The Sun, non può invece essere considerato un vero e proprio album, ma piuttosto una raccolta che mette un pò d'ordine nel materiale "Nipponico" della band.
Composto da venti tracce, sostanzialmente Like The Sun è per per metà la ristampa Americana di Doctor Apache (i cui brani sono tutti presenti ad eccezione di Nobodeh) e per la rimanente parte è completato da covers, tratte per la maggior parte da un ciddì uscito lo scorso anno che i Lolas hanno voluto tributare ai loro artisti preferiti, pubblicato sempre dalla Wizzard In Vinyl con il titolo Let's Rock Rave And Shout With The Lolas. Per chi non avesse dimestichezza con la band di Tim Boykin, diciamo subito che le coordinate generali sono quelle di un rock melodico che prende spunto in egual misura dal jangle-pop anni sessanta e dall'energia pop-punk dei tardi settanta, il tutto sovrastato dalla voce di Boykin, molto simile a quella di James Broad dei Silver Sun e che per questo definirei...angelica? Si, ci può stare. I fans di Beatles, Kinks, Shoes, Records, Silversun, ma anche dei Ramones inizino pure a leccarsi i baffi! Brani come Eye Eye, Take My Hand, Blue Shadows e When I Look Into Your Book sono cristallini esempi di bubblegum pop di ispirazione Monkees; poi ci sono grandi pezzi power-pop'n'roll come Me And Barbara Stanwyck e Sticker, dove sono i classici maestri Records e Shoes a fare capolino e altri, come Staying Inside ed Elecrtic Power, dove si fa sentire inequivocabile l'influenza dei Ramones, cioè il bubblegum preso dall'altro lato (quello punk rock), mentre in The Selfish Song il terzetto di Birmingham sconfina nel territorio new-wave, ed allora per qualche minuto sembra di ascoltare i Cars. Poi ci sono le cover, tutte molto ben interpretate ed ancora meglio scelte. Si va da Action Woman dei Litter a Going All The Way degli Squires, da I Can Only Give You Everything dei Them a Wig Wam Bam degli Sweet.
Se già siete dei fans ma non avete fatto vostro Doctor Apache due anni fa, l'acquisto di Like The Sun è obbligatorio, anche perchè Doctor Apache è fuori stampa; se invece già lo possedete e siete come me dei completisti, prendetelo perchè le covers sono rarissime...Se, infine, non conoscete i Lolas ma amate il power pop o comunque il rock melodico influenzato dal passato andateveli a scoprire, magari partendo da Silver Dollar Sunday (il mio preferito) e via via completando la discografia, perchè i Lolas sono assolutamente uno dei gruppi fondamentali per capire il powerpop degli ultimi dieci anni.
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