E' con immenso piacere che, per la prima volta su questo giovane blog, parlo di artisti miei connazionali. E non di un gruppo solo, ma di quattro!!! Il nostro bellissimo Paese non è stato mai terra di powerpop bands, né tantomeno di un'audience appropriata o, in definitiva, di una qualsivoglia forma di "scena". Eppure negli ultimi tempi, con mia somma sorpresa, stanno spuntando qua e là progetti meritevoli di massima considerazione.
Partiamo da Milano, dove da qualche anno, ormai, agiscono i Radio Days. Il quartetto composto da Dario Persi (chitarra e voce solista), Francesco Orsi (chitarra), Mattia Baretta (basso e cori) e da Alessandro Redondi (batteria e cori) ha già alle spalle uno split/ep con gli Andy's Donutz uscito nel 2003 per la Kimera records e un album "intero", pubblicato nel 2006 dalla Goodwill. Mentre scrivo queste righe, la Britannica Nothing To Prove sta per licenziare il loro nuovo split in formato 7", che li vedrà dividere i solchi vinilici con i "padroni di casa" Hotlines, band di Brighton che - nei due brani presenti nel promo del suddetto disco che Dario ha avuto la gentilezza di mandarmi - mi pare paghi un tributo abbastanza ovvio a Ben Weasel e soci. Per quanto riguarda i nostri Radio Days diciamo che, a stare ad ascoltarli, fanno piuttosto strano, partendo dal presupposto che si parla di un gruppo Italiano. Fa strano sentire quattro ragazzi che, cresciuti nel guazzabuglio modaiolo/pseudoalternativo del capoluogo Lombardo, sempre più in bilico tra Hollywood e Plastic, suonano come i Real Kids. O come i Nerves. Il linguaggio che si parla, tanto per capirci, è quello schietto e sferzante del classico powerpop - quello più influenzato dal tardo punkrock anni Settanta. Tomorrow, uno dei due brani presenti sull'Ep, è un proiettile carico di grandi melodie vocali appoggiate su un tappeto di ritmiche essenziali e chitarre sferraglianti. Un pò Raspberries, un pò Real Kids, un pò Ramones. L'altro pezzo è la cover - eseguita molto bene - del classico dei Beat Rock'n'Roll Girl, una delle mie canzoni preferite in assoluto, che li fa sen'altro guadagnare punti...
Restando in zona, abbiamo trovato un autore di sicuro interesse e probabile futuro. Lui si fa chiamare Asso ma dietro al microfono diventa Miracle Man, atipico caso di "cantautore powerpop", che quando si fa accompagnare è supportato dai fantomatici Pop Prophets. Se potessi permettermelo, garantirei io per lui. Perchè ha talento da vendere e - ne sono sicuro - margini di miglioramento incalcolabili. Già i pezzi di questo Ep d'esordio, chiamato The 4th Italian, sono cinque spaccati di grande valore che presumo non siano frutto del caso, ma anzi denotino una sensibilità pop sopra la media Nazionale. Miss You, A Girl Like You, My Dreams Up The Ground, Dream Girl e Talk About You sono tutte caratterizzate da voci melodiose all'inverosimile e musiche dominate da un intelligente uso del pianoforte. Se dovessi per forza trovare la definizione ultima dello stile Miracle Man, confermando comunque il retaggio Beatles-Costello che egli stesso dichiara, parlerei di classico piano-pop sulla scia della grande tradizione portata avanti da Ben Folds (quello solista), Rufus Wainwright, Owsley e da autori meno conosciuti come Mitch Linker e Johan Bergqvist. Per suonare cose simili senza risultare mollicci ci vogliono grande stile ed un pizzico di energia. Asso le possiede entrambe e se continua su questa strada ne sentiremo delle belle.
Spostandoci verso sud, nei pressi di Firenze troviamo un altro ottimo gruppo chiamato The Vickers. Il quartetto Toscano è formato da Andrea Mastropietro, Federico Sereni, Francesco Marchi e Marco Biagiotti ed è dedito ad un tipo di sound che fa trasparire una passione innata per il brit-pop degli ultimi quarant'anni. Nel senso che le linee vocali sono palesemente ispirate ai sixties Inglesi, mentre quelle "sonore" sono decisamente più "moderniste" e con i piedi ben piantati nell'indie pop attuale. Inglese, in particolare, ma non solo. La serenità è la loro arma di forza, la brillantezza compositiva è l'indispensabile sostanza che rende i quattro brani presentati in questo Ep autoprodotto - il bellissimo "lento" Silence soprattutto - decisamente freschi e godibili. Tra chitarre acustiche e melodie scritte con sapienza la band gigliata piacerà da matti ai fans di gruppi come Shins, Turin Brakes, Travis (ascoltare These Days per capire) e Nada Surf (forse il riferimento più evidente). Tra l'altro, i Vickers suoneranno il prossimo Maggio all'International Pop Overthrow di Liverpool, e quando David Bash sceglie un gruppo per il suo festival c'è da stare tranquilli, il marchio di qualità è garantito.
Finora abbiamo parlato di promo ed e.p., ma voglio chiudere parlando di un artista che per ora si può ascoltare solo su MySpace, che ha forse i pezzi migliori di tutti e che è alla disperata ricerca di un'etichetta che gli dia una mano a pubblicare il suo favoloso materiale. Lui si chiama Andrea Zanni, è di Modena, registra in proprio ed è il fautore di un progetto chiamato Dagos. Ora, a parte il doveroso plauso per la scelta del nome, una citazione tratta da John Fante che per me già significa molto, i quattro pezzi per ora reperibili sono eruditi e clamorosamente stilosi frammenti della miglior british invasion. She's My All è un grandioso pezzo da ballo sfrenato sospeso tra la marcetta di Beatlesiana memoria e le linee vocali dei Beach Boys; Love's But a Dream è uno dei pezzi teen-beat più belli che io abbia sentito negli ultimi due anni; Her Magical World è un lento acustico con velate tinte psichedeliche un pò Barrett e un pò Buckley, mentre Cry è la ballata della beat generation, colonna sonora perfetta di una serata triste ed alcolica. Se potete, per favore date una mano ad Andrea, uno dei migliori songwriters Italiani che abbia avuto l'onore di apprezzare negli ultimi tempi.
Chissà che, vista quest'ottima ondata di nuovi gruppi Italiani, non mi torni la voglia di pubblicare la compilation che tempo fa meditavo di realizzare. Sarebbe bello riunire su un unico cd 15-20 bands ed artisti Italiani che suonino powerpop e generi affini. Nel caso qualcuno fosse interessato, è vivamente pregato di contattarmi! Potremmo chiamare la raccolta "Italian Pop Overthrow", che dite?
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