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martedì 28 ottobre 2008

Disco del Giorno 28-10-08: Ideal Free Distribution - Then We Were Older (2008; Color Wheel records)

Ed ecco un album che farà andare fuori di testa i maniaci di psichedelia applicata al folk, dei Nuggets e della british invasion più stralunata. Gli Ideal Free Distribution, con Then We Were Older, approdano al secondo lavoro di studio dopo aver sorpreso con l'album d'esordio, omonimo, uscito poco più di un anno fa e piazzatosi al numero 90 della mia classifica riguardante i migliori dischi del 2007. Dopo un primo ascolto di questo nuovo album si è certi di due cose: la band è sicuramente Inglese e il disco è una ristampa senza bonus-tracks di un vinile uscito nel 1967. Le certezze, come è ovvio, esistono apposta per essere picconate, ed infatti l'album è uscito circa un mese fa (dopo una rapida ricerca su internet ho scoperto che Under The Tangerine Tree è il primo blog al mondo a parlarne, evvai) ed il gruppo proviene da Lexington, Kentucky. Le stranezze della vita ed il volto buono della globalizzazione musicale risiedono di diritto anche in dischi come questo . Guidati da Samatha Herald e da Tony Miller, coppia fissa nella band, nella vita e nella label, la Color Wheel Records, che ovviamente patrocina il disco di cui stiamo parlando, gli Ideal Free Distribution (gran nome, tra l'altro) compiono in Then We Were Older un anticonvenzionale viaggio nel folk e nella psichedelia Britannica, che è tanto brillante e stralunato da rendere impossibile capire se stiano muovendosi verso il passato remoto o verso un futuro non si sa quanto prossimo. Poco importa, se il genere vi entusiasma, questa è una chicca, senza storie.

Tony Miller, nell'intervista pubblicata sull'ottimo psych-blog Trip Inside This House afferma che, se potesse utilizzare una macchina del tempo per una sola volta, non esiterebbe a fiondarsi nel bel mezzo del 1966, e da li viaggerebbe per parecchie settimane successive. Una volta ambiebtatosi negli anni Sessanta gli piacerebbe trovare un posto di lavoro come tecnico audio in uno studio di registrazione, così riuscirebbe a capire davvero, dopo anni di prove e studi senza sosta, come ricreare quella magia che usciva dalle casse dei giradischi dell'epoca. E anche se probabilmente il buon Tony una macchina del tempo a disposizione non l'avrà mai, quella magia, almeno in parte, è riuscito a ricrearla con un certo stile e molta competenza nei tredici episodi di Then We Were Older. Un disco che prepara l'ascoltatore da subito con Cold Wind Blows, puro folk psichedelico proveniente da un'immaginaria Albione persa in un tempo senza tempo che piacerebbe al nostro Donovan preferito; cinque minuti e trentatrè secondi in cui la sensibilità pop di Miller si fonde ad un'etica trippy (da paura la coda psichedelica) filologicamente ineccepibile.

La traccia d'apertura segna la via, e il disco prosegue sicuro in un itinerario fatto di eteree armonie pop, oscure ambientazioni folkeggianti ed un inossidabile feeling lisergico. Come in Carol Anne, dove i sinistri girotondi disegnati da percussioni effettate danno il là a giri di chitarre ossessive, perfetta base al variegato e particolarissimo stile di canto di Tony Miller. In Turn To Find you ed Help Herself aumenta il coefficiente di chitarre e il numero di bpm. Nella prima, le sei corde diventano memori dei Kinks e della parte più esplosiva della british invasion, mentre la voce di Miller si fa epica e sofferta. La seconda, più veloce, è una gemma di guitar-psych-pop da non perdere e si distingue come uno degli episodi migliori dell'intero disco. Un disco solido e pieno di invenzioni perfettamente intonate alle lezioni di storia via via assimilate. Ascoltare la stupenda Trip Inside per credere. Il brano, intriso di psichedelia pura per cultori del genere, parte da un ideale incrocio tra i Pretty Things di SF Sorrow e gli XTC di Skylarking per poi snodarsi in una lunga coda piena di fuzz e acido lisergico. E' doveroso segnalare, inoltre, quelli che sono gli estremi del disco. Anne Maria è un inaspettato rock'n'roll marcissimo tra gli Oblivians ed i Neutral Milk Hotel, mentre Something I Know è uno splendido spaccato di sunshine pop che - oltre ai classici del genere - mi ricorda da vicino l'album dei Rollo Treadway, uno dei miei dischi preferiti di quest'anno. E, per chiudere, quale finale migliore di Stars? Suoni e rumori da un passato irrimediabilmente proiettato nell'iperspazio.

Then We Were Older è un grande disco che non mi sento di raccomandare a tutti. Chi non ama profondamente il genere finirebbe per odiarlo e gli Ideal Free Distribution, francamente, non meritano questo. Chi invece è legato a certe sonorità si faccia un favore e corra ad ordinarne una copia. Uno dei migliori dischi di folk psichedelico che abbia sentito negli ultimi due anni.

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