Allan Crockfor chi? Ah si, giusto. Se il nome non vi dice
niente, non vi preoccupate, anch’io
all’inizio ero rimasto indifferente. Poi ho fatto mente locale. Gli Headcoats.
I Prisoners. I Solarflares. Insomma, qualche lustro passato tra i vip della
scena Medway britannica, e scusate se è poco. Il Nostro, per anni, è stato uno dei
turnisti più ambiti di un movimento – se così si può chiamare –
tra i più in dell’intero Regno Unito. Che poi, deve aver pensato il buon Allan, “qualche pezzo lo
so scrivere anch’io”. Detto-fatto, ed ecco spuntar fuori dal nulla, qualche
anno fa, i Galileo 7, personale progetto del signor Crockford ed un album, “Are
We Having Fun Yet” a far veicolare
un’idea ripresa con risultati oserei dire entusiasmanti in Staring At The
Sound, lavoro di recentissima uscita oggetto dell’odierna trattazione. Nella band di Allan Crockford, pezzi di storia Medway, ed un
sound che però, lungi dal rifarsi pervicacemente alle logiche del Council,
strizza sovente l’occhio allo psych pop dell’Isola di quarant’anni fa,
plasmando lungo le dodici tracce del disco uno tra i percorsi “sessantisti” più
ghiotti del duemiladodici.
Il sound orgogliosamente vintage dell’iniziale Anne Hedonia catapulta l’ascoltatore in un negozio di vinile nella Carnaby Street del ’67, e lo prepara ad un viaggio tra
profumi freakbeat, psichedelici ed ossessivamente retro pop. Prendete More Time
e Leave Me Alone, per dire, e ditemi se non sarebbero stati bene in modulazione
di frequenza qualche decennio fa. Oppure The Only One You’re Gonna Hurting (Is You) e Not
Gonna Miss You, pura estasi analogica esaltata da infettive melodie popolari,
all’interno di un sound non dissimile da quello prodotto da altri grandi e
misconosciuti eroi contemporanei quali Bronco Bullfrog, Junebug ed Electric
Marmalade. E quando Crockford e soci si ricordano del quartiere di
provenienza non ce n’è più per nessuno, così Ella e soprattutto un potenziale
singolone come The Man Who Wasn’t There, con le loro maniacali ritmiche mod, chiamano
in causa il mistico revival di Jetset e Squire. Il resto completa un disco a suo modo
perfetto, con il folk bucolico di Hiding From The Sun e con la prelibata
Paradise, che sembra estratta da un volume a caso delle Rubbles series.
Insomma, dovremmo esserci capiti: Staring At The Sound è un
disco che farà impazzire di gioia tutti gli amanti dello psych pop griffato
union jack, tutti i maniaci di musica popolare sfacciatamente retrò e tutti
quelli che idealmente perdono la testa immaginando un incontro ravvicinato tra
le turbe psichche degli Strawberry Alarm Clock ed il modernismo ante-litteram
degli Action.
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