http://www.frankmarzano.com/
giovedì 8 novembre 2007
Disco del Giorno 08-11-07: Frank Marzano - But Enough About Me (2007; autoprodotto)
Inizierei a discutere di questo disco partendo da una nota di inutile ma nondimeno doveroso patriottismo. Dai tempi dei Rain Parade di Matt Piucci oppure, ancor prima e ancor meglio, da quelli dei Beau Brummels di Sal Valentino, quanto hanno dato le radici Italiane al Pop chitarristico? E soprattutto, trattasi di fuga di cervelli anche nel campo del rock melodico, visto e considerato che nel Belpaese la desertificazione del pop avanza a livello impressionante? Non lo so e in ogni caso devo farmene una ragione, visto che il nostro Frank è comunque Americano, nato a Chicago da padre probabilmente Abruzzese e cantautore di supernicchia di quelli che mi fanno venire i goccioloni agli occhi. Indipendenza nell'accezione pura del termine, quella che contrasta in modo inequivocabile l'etichetta Indie appiccicata addosso ai Neo-MTV-Rock'n'Rollers, che di indipendente non hanno nemmeno il taglio di capelli. Ma da dove salta fuori questo quarantacinquenne Italo-Americano che dal nome potrebbe essere benissimo un personaggio di John Fante? Nei primi anni ottanta, al liceo, già suona e compone. E' in quel periodo che fonda i Childhood's End, band che fino al '91 suona regolarmente nell'area attorno alla metropoli dell'Illinois. Poi si trasferisce in Pennsylvania, a Edinboro, e inizia a raccogliere materiale per l'esordio da solista, Foul Weather Friend, uscito nel 1999. Otto anni dopo, ecco il degno successore But Enough About Me nel mio lettore cd. La gestazione dei dischi di Frank è sempre particolarmente lunga, visti e considerati i sei anni passati (era il 2001) dall'inizio delle registrazioni, eppure il risultato è maledettamente semplice. Il fatto è che il Nostro ci tiene a che sia tutto in ordine, non un bridge fuori posto, non un frammento di melodia superfluo. A Girl Named Sam a me ricorderebbe Gene Clark se Gene Clark fosse stata una persona serena, e in tutti gli altri quindici episodi del disco si sente la spinta propulsiva di Liverpool. Non manca la ballata southern (Ladies' Night), e nemmeno il rock'n roll sfrenato (Let's Get Married In Vegas). Soprattutto si nota l'amore viscerale per quella tipologia di sunshine-pop alla Klaatu, presente in dosi massicce nelle varie Hard To Get e Makin' Up For Lost Time e per Brian Wilson, che presenzia solitario in To Both For Us e in compagnia degli altri Beach Boys in She's At The Beach. Album godibilissimo e di un'immediatezza unica, pregno di testi assolutamente "real life" che trattano - anche con un pò di ironia, vedi Hot Mama - tematiche quotidiane, dall'amore distrutto alla gioia di diventare padre. Banale, certo, ma assolutamente vero. Per farvi capire l'essenza di Frank Marzano - che nel disco suona ogni strumento - concludo questa recensione con una sua frase che bene rende l'idea: "Se saprò meritarmi di suonare al Carnagie Hall, ottimo, sarei la persona più felice del mondo...Se invece tutto ciò che riuscirò a fare sarà suonare all'angolo di una strada ad Edinboro, Pennsylvania, sarò altrettanto felice e farò volentieri anche quello". Averne di personaggi così.
http://www.frankmarzano.com/
http://www.frankmarzano.com/
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento