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sabato 10 gennaio 2009

Altri dischi 2008 - panoramica.

Il duemilaotto è stato un anno quantomai prolifico, e sembra che le scorte di musica pop ancora stipate nel quartier generale di UTTT siano inesauribili. Per questo motivo, con l'intento di velocizzare il lavoro e correre spedito verso la classifica di fine anno, accorpo in un unico post le recensioni di altri tre buoni dischi da sottoporre alla vostra considerazione. Del resto, non credo che una recensione lunga sia direttamente proporzionale ad un ottimo disco, né tantomeno viceversa.

The Respectables - Sibley Gardens (2008; autoprodotto). L'industria automibilistica della motor city sarà anche in una crisi profonda, per giunta aggravata dalla tremenda congiuntura internazionale, ma per fortuna la scena musicale di Detroit è quanto mai florida e propositiva. Quest'anno abbiamo assistito all'uscita di grandiosi dischi marchiati motown, e di alcuni (Andy Reed e i Romeo Flynns, per esempio) abbiamo avuto modo di parlare su queste pagine, mentre ora è la volta dei Respectables, giunti al loro secondo lavoro di studio. La band capitanata dal carismatico Nick Piunti incendia l'ascoltatore con un energetico concentrato di classico Detroit-styled rock e poderoso powerpop alla Cheap Trick, durante un disco ad altissimo contenuto anabolizzante che piacerà molto a chi del pop preferisce il lato più duro e graffiante. Non sbagliatevi, però, perchè sotto la scorza le melodie non mancano e la voce roca di Nick è perfetta per adagiarle sul muscolare sound sottostante. Di tanto in tanto i ragazzi spostano il tiro verso lande leggermente più pop (Spark and Destiny), ma i brani migliori per me sono quelli in cui i Respectables si dilettano nel loro stile preferito, con le chitarrone alzate a quindici e le melodie rustiche dell'iniziale Charged By The Minute e della grandiosa When You Come Back Around. Certo, più che rispettabili, rispettabilissimi.(www.myspace.com/therespectables )

The Handcuffs - Electroluv (2008; autoprodotto). Avevo adorato il disco d'esordio degli Handcuffs, uscito nel 2006, dunque ero eccitato dall'idea di ricevere questo nuovissimo Electroluv e devo dire che le mie aspettative non sono andate deluse. Forse il nuovo disco è leggermente più "serio" e ha perso gli spunti più frivoli che albergavano nel precedente Model For a Revolution, ma non è necessariamente un male. Gli Handcuffs, che per chi non lo sapesse sono essenzialmente un duo di Chicago composto dalla cantante Chloe F.Orwell - ex dei grandi Big Hello - e da Brad Elvis, ex drummer dei leggendari Elvis Brothers, propongono un sound che è in diversa misura influenzato, per stessa ammissione della band, da Sparks, Blondie e PJ Harvey (?). Nel calderone di nomi ed eroi buttati li, quello che ne esce è classico indie rock anni 90 al femminile, che effettivamente potrebbe far pensare ai Garbage ma fatto molto bene. Aaron Kupferberg di Powerpoaholic sostiene a ragion veduta che "se vi siete mai chiesti come avrebbe potuto suonare Gwen Stefani se avesse fatto powerpop, avete una risposta dagli Handcuffs". La voce di Chloe Orwell potrebbe anche ricordare una versione addolcita di Courtney Love. Tracce preferite: Fake Friends e Half a Mind. (www.myspace.com/thehandcuffs )


Mark Lawrence - Swirl (2008; Tamarind records). Tra i tanti buoni dischi in qualche modo cantautorali usciti nel 2008 inseriamo con piacere Mark Lawrence, compositore dalla biografia incerta, visto che non compaiono informazioni di rilievo nel booklet dell'album e sulla pagina MySpace, alla voce, "provenienza", il Nostro scrive S.Francisco, Norfolk, Tokyo. Mah. Quello che è importante, ripetiamolo tutti insieme fino alla nausea, è la musica, tuttavia. E Swirl, che a quanto ne so è il disco d'esordio di Lawrence, è un buon disco. Dovendolo definire, verrebbe in mente una London Town (quella di McCartney) un pò in penombra e la sensazione generale è quella di un disco sospeso tra sensazioni easy listening e atomsfere ambient. Non essendo facile coniugare approcci tanto differenti, bisogna dire che Mark ha stile e tanta buona volontà. Due pregi che partoriscono, tra gli altri, tre pezzi estremamente gradevoli come Tom, dall'impronta vagamente debitrice di Sean O'Hagan, All Over My Wall, dove si sente che Macca è la guida spirituale e Plastic Fish, un esercizio quasi vaudeville che qualcosa deve al grande capo Ray Davies. Una possibilità bisogna garantirgliela. (www.myspace.com/marklawrencesongs )

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