Che giorno è oggi? Il dieci febbraio? State scherzando? No. Alla fine dell'anno mancano ancora dieci mesi e mezzo, ma i grandi dischi 2021 stanno iniziando a fluire copiosamente, almeno nel reparto che ci riguarda da vicino. Lo so, diciamo così tutti gli anni, ma se siamo fortunati non è colpa nostra. Merito, piuttosto, di una serie di artisti e band che concorrono ad affastellare l'amata plastica sulla nostra scrivania, rendendoci felici. La Big Stir Records da Burbank, California, è una delle cinque migliori etichette sul globo terracqueo, non lo scopriamo certo oggi, e il supporto inesausto che Rex e Christina garantiscono all'universo del pop underground è sul commovente andante: iniziato l'anno nuovo in quarta con una manciata di ottimi singoli del venerdì, la label ha subito tenuto a mettere in chiaro che il 2021 sarà un altro anno con i fiocchi, dando il disco verde a una serie di album che qui tratteremo mano a mano.
Il primo è "There Is No Light Withouth The Dark", quarto disco di studio firmato dagli Stan Laurels. "Dagli", preposizione articolata forse inopportuna, dal momento che dietro al nomignolo si cela, solitario o poco più, l'autore con base ad Austin John Lathrop, giunto al quarto lavoro di studio a due anni di distanza dal precedente "Maybe". Se dobbiamo essere onesti, e ve lo dobbiamo, scopriamo gli Stan Laurels con la dovuta perizia soltanto ora, ma se il catalogo arretrato si avvicina a questi livelli di qualità dovremmo correre a recuperare il tempo perso. "There Is No Light Withouth The Dark" è un ammaliante disco di pop rock emozionale ed emozionante, altamente personale, condito da testi raziocinanti e da una notevole varietà, pur nella consapevolezza esplicita di alcuni chiari punti cardine.
L'attacco è affidato a Florida Man, già discretamente esauriente, se non esaustiva, in relazione a ciò che caratterizzerà bene o male l'album fino al suo termine: melodie angolari, voci eteree e il fruttuoso contrasto tra armonie brillanti e testi privati, introspettivi, non sempre luminosi. Il brano, peraltro, tiene a fissare un altro dogma seguito da Lathrop in maniera pressoché pedissequa: quello che impone continui cambi di panorama, velocità e atmosfera, anche a distanza di un ritornello, un giro, una strofa, per rifinire i dettagli di un lavoro di grande interesse. Tomorrow, a seguire, è una perla che non ci vergogniamo di definire post-pop, in cui il ritmo pressante fa da tappeto insieme alle chitarre ora docili, ora intense, alla peculiare voce trasognata di John.
Lost & Found è forse il pezzo migliore del lotto, il potenziale singolo, anche se la scelta si presenta quanto mai ostica. Il pericoloso ma riuscito tentativo di combinare elementi new wave pop con chitarre college resta memorabile, anche grazie alla grandiosa melodia che tracima come crema pasticcera rovente da una boule di cioccolato. Il grandioso brano è teatro di improvvise accelerazioni e rallentamenti, che insieme allo storytelling disperato e sparso di Lathrop creano un immaginario quasi emo: emo di prima categoria, lontano dai vagiti deteriori che hanno connotato negativamente il termine negli ultimi vent'anni.
"There Is No Light Without The Dark", in generale, è un album pieno di eventi sorprendenti: November parte per un viaggio folk-pop adornato da opportuno pianoforte per culminare in una travolgente cavalcata chitarristica finale; Of Love, Wine, And Song è una poderosa traversata post-rock, sì, ma setacciata da un vaglio espressamente debitore di certa wave d'annata; Red-Handed Puppet in principio sussurra jangle ottantesco, poi le chitarre ululano di poderoso crunch mentre la voce totalmente angelica di John richiama quel pop vocale su crumble al nandrolone che tanto ci ha fatto amare i purtroppo mai esplosi Second Saturday.
L'ultima fase del tragitto è segnata dalle sei corde prorompenti di Mo Collins, spaccato college rock dedicato alla nota attrice e aggraziato da un gradevole piano che fa molto Fastball, e della finale This Is Your Life, costruita sul sempre affidabile uno-due distorsore generoso/linea di moog vincente. Speriamo di aver reso un'idea, almeno vaga, di quello che vi aspetta nel viaggio. "There Is No Light Without The Dark" è un disco intelligente, con l'imprevisto sempre dietro l'angolo, ben suonato, ben arrangiato, e colmo di intuizioni interessanti. Potrebbe aver bisogno di tempo per crescervi addosso, ma non è detto. Una chance dovreste dargliela, siamo abbastanza tranquilli nel consigliarvelo.
1 commento:
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