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domenica 3 febbraio 2008

Disco del Giorno 03-02-08: Milkshake Jones - Gala Days (2007; the Paisley Pop label)

Avendo ancora una pila di cd arretrati da recensire, è bene che mi dia una mossa. Fortunatamente i dischi che sto ascoltando in questi giorni sono tutti molto belli, e non mi risulterà affatto gravoso scriverne. Oggi parliamo di Gala Days, il primo lavoro lungo dei Milkshake Jones.

Il quartetto di Harrisburg, Pennsylvania, nasce nel 2002 attorno alla figura del cantante, chitarrista e compositore John Micek, che si fregia della collaborazione di Marni Micek (cori), Mark Burke (chitarra) e Paul Burr (batteria). Nel 2004 vengono scritturati da quella grandiosa etichetta di Seattle che è la Paisley Pop Label, per la quale incidono il loro omonimo EP d'esordio. Lo scorso Novembre, per la stessa Paisley Pop, i Milkshake Jones compiono il grande passo, registrando le dieci canzoni che compongono questo interessantissimo disco. Un album che, confesso, ho dovuto ascoltare varie volte prima di riuscire ad assimilarlo, ma che ora è abbastanza spesso nel mio stereo. Forse è quello che John Micek voleva, adesso che ci penso...

Perchè Gala Days è un disco che, interpretando in modo sempre più estensivo il termine "power pop", rientra senz'altro nei confini del classico pop chitarristico, ma lo fa con uno stile per così dire sui generis. E' un album intenso, appassionato e pensoso, che dietro a disegni sonori puramente jingle-jangle e spesso anche allegri nasconde liriche ossessionate e assolutamente cupe, storie di ragazze madri che vivono per strada, di amori rotti senza possibilità di recupero, di notti passate senza riuscire a chiudere occhio. Ed il contrasto tra pensieri oscuri e musica solare è senz'altro il tratto di maggior effetto del disco. Anche perchè i testi sono recitati dalla voce potente, bassa e nasale di John Micek, un pò Joey Ramone, un pò Elvis Costello, un pò Chris Andersen (qualcuno si ricorda dei Ruth Ruth?), in una sequenza di canzoni che -se hanno un pregio- non possono nel bene e nel male lasciare indifferenti. L'album, prodotto da Michael Giblin (grande musicista pop locale, leader dei Parallax Project ed ex dei leggendari Cherry Twister), è in parte caratterizzato da brani che associano alle controverse liriche melodie saltellanti e ritmiche upbeat. Esempi in questo senso sono l'introduttiva Mystery Girls e soprattutto (Where You're Going) Suzanne, con il suo ritornello e i suoi battimani infettivi, che rimanda alle migliori cose di Gin Blossoms, dei Kinks più melodiosi e degli Squeeze. Never Sleep Again è un numero dal grande tiro che potrebbe piacere ai fans degli Smiths, mentre Remember How To Smile è un elegante brano soft pop dove risaltano i duetti locali tra John e Marni Micek. Counting Heads, uno dei migliori brani del disco, è classico powerpop che ricorda proprio lo stile dei Parallax Project (Giblin, oltre a produrre, suona anche il basso e le tastiere). In altri brani, invece, Micek mostra il lato più "Americano" del suo songwriting: The Veil e soprattutto All I Want Is Everything, un altro degli highlights del disco con la sua fantastica melodia di chitarra twang, sono due esempi più che discreti di country-pop sospeso tra Wilco (per i suoni) e Barenaked Ladies (per l'eccezionale vocal pop che ci sta sopra). Il disco si chiude con A Crowd In The Face, commosso commiato che mostra, ancora una volta, la grande dote di John Micek di unire cristalline melodie pop a tormentate e nebulose strutture musicali che pescano a piene mani nella vasca dell'alternative country.

Vi consiglio di portarvi a casa i Milkshake Jones, ma non fatevi sviare dalla prima impressione che avrete dopo aver ascoltato due o tre pezzi su MySpace o su Cd Baby, perchè non ha nessuna importanza. E'un album che va assaggiato con calma e digerito piano piano, e solo dopo qualche ascolto inizierà a circolare nel sangue. Nondimeno, quando ciò sarà accaduto, non mancherete di divertirvi, perchè il risultato di queste dieci canzoni, alla fine, è proprio quello che John Micek si era augurato che fosse, mentre diceva: "con le mie canzoni voglio fare pensare la gente. Allo stesso tempo, però, voglio sentire Gala Days uscire a volume altissimo dai finestrini delle macchine!". Obbiettivo centrato? Direi proprio di si.

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