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lunedì 29 agosto 2011

Disco del Giorno 29-08-11: Chris Difford - Cashmere If You Can (2011; SMMC Media)

Ho gettato alle ortiche una famiglia, una fortuna e una moglie. Questo il vecchio, e vecchio sia detto con affetto, Chris. Una riflessione nient'affatto polemica ma piuttosto brutale, contenuta nella gelatina glam-a-billy di 1975, traccia iniziale per il nuovo lavoro di studio di Difford, autentica leggenda quando si parla di union jack in chiave pop. Un'opera nostalgica ma non lacrimosa. Diciamo un bilancio, scritto e presentato con la classe irripetibile di colui che fu il paroliere degli Squeeze, band che storicamente occupa un intero capitolo della nostra personalissima home made Bibbia sul powerpop. L'excursus doveva per forza cominciare in un quartiere della Londra meridionale, dove un gruppo di ragazzini formano una band spinti dal sogno del successo ed arrivano dietro all'angolo di Top of the Pops. Il resto, storia, è contenuto nell'enunciato che apre questa piccola recensione. Il fatto che poi Difford dica "non mi sto piangendo addosso, è stato comunque un viaggio fantastico", sia specificato a suo merito.

Cashmere If You Can è un disco bellissimo, per uomini soli davanti ad un bicchiere, per anime tormentate e cuori robusti. Un disco da penombra e da sigaretta della buonanotte e da autoradio notturna, magari non per tutti i gusti, ma tant'è. Un'opera tutta giocata su potenti riverberi emotivi, strutturata attorno a diversi stili sonori ma comunque sempre profondamente sincera e toccante. Il nocciolo della rete di sostegno alla forbita prosa di Difford è un variopinto schema da cantastorie, alla qual riuscita concorrono, con consueta perizia e lungimiranza registica, il fido Boo Hewerdine e, nientemeno, Leo Abrahams, quotato produttore che nel curriculum, tra gli altri, vanta Byrne, Eno e Barat. Per rendere un'idea che in ogni modo dovrebbe già essere sufficientemente chiara, andiamo a rileggere alcuni tra i titoli che compongono l'album: Like I Did, Back In The Day ("i'm still living my improbable dream"), Wrecked, Happy Once Again. Basta così? Possiamo trarre tutte le conclusioni del caso, direi. Chris Difford, con il tipico piglio di quello straordinario storyteller che è sempre stato, decide di riannodare i fili di una vita piena come poche e raccontarla a chi, forse un pizzico esagerando, avrebbe sempre sognato di vivere la sua. Ecco, il concetto sgorga naturale dalle parole, e dunque, non fosse chiaro, devo sottolineare che Cashmere If You Can è un disco per veri fans del personaggio, sia detto senza offendere nessuno.

Pensoso, raffinato e, come sempre, assolutamente geniale, proprio come ve lo sareste aspettato. Parafrasando l'autore intento a sottolineare il senso della meravigliosa Upgrade Me, diciamo che è una pena non poter starlo ad ascoltare per ore, talking cricket, drinking Stella, discussing women. Che poi forse di cricket non potrei parlare compiutamente, ma potrei sempre chiedere conto a Chris, tra le tante altre cose, di quella ragazza di Clapham.

mercoledì 3 agosto 2011

Graditi ritorni (a.k.a. Let the summer begin!)

Due graditi ritorni per tutti i drogati di powerpop e questioni similari.

Bruce Brodeen, quanto vi manca? Molto, moltissimo, anche a me. Chiusa la leggendaria esperienza chiamata Not Lame, il vecchio Bruce, uno che quando parla di powerpop è cassazione, non si è di certo dissolto nel nulla. Girano vari progetti, soprattutto in rete. Il più interessante è in fase di definizione e si chiama Pop Geek Heaven, dovrebbe essere attivo entro l'estate e dovrebbe trattarsi di una sorta di comunità online powerpop. Che significa, vi starete chiedendo? Al momento non ne ho idea. Nondimeno, non vedo l'ora di scoprirlo. Nell'attesa, il signor Brodeen ha pubblicato il primo volume della serie Powerpop Prime, raccolta che dovrebbe essere composta da otto libri. Partendo curiosamente dal volume 7, Bruce si propone di raccogliere il meglio di sedici anni di recensioni pubblicate settimanalmente sul sito della Not Lame tra il 1995 (anno della nascita) al 2010 (triste anno della sua chiusura). La prima uscita, recentissima, si occupa del biennio 2007/2008, e non so perché Bruce abbia deciso di non seguire un preciso ordine temporale. Ora, mi sembra superfluo disquisire sull'importanza storica di un lavoro come questo, mentre giova ricordare la necessità di fiondarcisi immediatamente. Il libro, infatti, è stato stampato in una limitatissima tiratura di 998 copie e non dovrebbe essere disponibile a lungo. Se ciò non bastasse ad indurvi subito all'acquisto, aggiungiamo che in allegato, ovviamente, troverete una compilation comprendente svariate chicche del periodo oggetto della trattazione (pezzi di Brad Brooks, Favorita, Vibeke e Three Hour Tour, tra gli altri) e che la raccolta, tra qualche anno, potrebbe diventare un pregiatissimo articolo e-bay.
L'altra grande notizia, peraltro largamente anticipata, è rappresentata dal ritorno sulle scene dei Fountains Of Wayne, che da queste parti sono considerati veri e propri campioni. A quattro anni di distanza dal deboluccio Traffic & Weather, la band del New Jersey decide di smentire con decisione le voci che li davano, oramai, poveretti, in fase irrimediabilmente discendente. Il nuovo lavoro, Sky Full Of Holes, da quanto ho potuto pre-ascoltare, sembra davvero vincente e potrebbe posizionarsi, nella classifica della discografia firmata Collingwood/Schlesinger, subito alle spalle dei capolavori Utopia Parkway (1997) e Welcome Interstate Managers (2003).


(Non è un vero e proprio video, solo il file audio con un'immagine fissa di sfondo, ma potete gustarvi la sontuosa Someone's Gonna Break Your Heart, tratta dal nuovo album, qui)