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venerdì 18 settembre 2020

Un Venerdì da single #6



Con un ritardo che non si può scusare, ma a cui nondimeno siete abituati, ecco pronta la sesta puntata della rubrica che parla degli amati dischetti.

The Sensible Gray Cells " So Long"

Quando nessuno più se l'aspettava, a sette anni di distanza da "Postcards from Britain", ecco il nuovo fiammante singolo di Ray Burns e soci. Ci mettono il loro tempo, sono fatti così, ma se lo chiamano Captain Sensible, quel Captain Sensible, lo si può anche perdonare. Con lui ancora Paul Gray, già nei Damned e in Eddy & the Hot Rods, tanto per accrescere il chilometrico curriculum della banda. La canzone troverà posto nei migliori dj set se mai ripartiranno e nella colonna sonora del vostro abbeveratoio preferito: punk'n'roll dalle tinte americane da spaccarsi l'osso del collo. Dal divertimento, of course.

Skooshny "Deep Dive"

E dopo quasi vent'anni di silenzio tornano anche i misteriosi e amatissimi Skooshny da LA, con un EP su Market Square che sembra il risultato di un riordino in cantina. Tre demo di stampo ultra lo-fi accompagnano due pezzi capofila che paiono demo appena più levigate, ma dal fruscio emerge ciò che per quarantacinque anni abbiamo imparato a leggere dalla penna di Bruce Wagner, David Vonogrond e Mark Breyer: elegantissima e delicata musica pop per palati fini.

The Toms "Selections From The 1979 Sessions"

Tom Marolda, il polistrumentista dal New Jersey, il produttore, il mito, registrò nel corso dei famosi tre giorni benedetti del 1979 il leggendario debutto omonimo a quadretti bianchi e rossi, pietra miliare del genere e oggetto di culto per tutti i collezionisti di pop music del mondo. Nel settembre dello stesso anno egli incise altre quattordici tracce destinate a rimanere in soffitta per una quarantina d'anni. Oggi quella session è riemersa e la sempre benemerita label spagnola You Are The Cosmos ha pubblicato una selezione di quattro episodi tratti da quell'esperienza, mirabilmente confezionati in questo EP obbligatorio. I Toms concorrono essi stessi alla definizione del genere power pop. Ascoltando Angela Christmas e That Could Change Tomorrow si capisce bene il perché.

The Top Boost "Tell Me That You're Mine"

Ancora You Are The Cosmos ma dal New Jersey ci spostiamo a Vancouver, British Columbia. Terzo singolo per il talentuosissimo duo chiamato Top Boost: la title track è un country pop d'assalto marchiato da melodie irresistibili, mentre la b-side, occupata da Early Morning, è seducente ballata dalle chitarre jangle a dimostrare ancora una volta che i singolini lato a-lato b rimangono l'invenzione più importante compiuta dall'essere umano.

Your Friend Jebb "Change Of The Season"

Singolo di debutto per un super-pop-combo che per ora - ne abbiamo visti diversi in quest'annata senza senso - è una semplice collaborazione online tra Owen Radford, Tyler Green e Arthur Roberts (Posies, nientemeno). I tre sono qui coadiuvati dalla grandissima Lisa Mychols nella traccia che dà il titolo al dischetto, notevole upbeat pop beneficato da ampie armonie vocali, mentre in Sound The Alarmed, sull'altro lato, Terry Draper (Klaatu, of course) è impegnato in una sentita digressione minimalista per chitarra e voce. Nomi grossi, un po' di retta bisogna dargliela.

Mom "Don't Leave My Heart"

Secondo singolo, a tre mesi di distanza dal già celebrato Tonight, per questo grandioso terzetto svedese, in attesa dell'album "Pleasure Island" in uscita la prossima settimana. I Mom rimangono una delle scoperte dell'anno e i due pezzi qui esibiti confermano le aspettative. Il loro infuso di bubblegum, skinny-tie power pop e soprattutto glam-pop anni '70 è una gioia per i fanatici di Nick Gilder, Quick e Milk'n'Cookies, e la capacità di scrivere melodie appiccicose come poche altre fa il resto. I due singolini sono roba grossa, e l'album, se l'andazzo è questo, abiterà i piani alti della classifica di fine anno.

The Mayflowers "Sunflower Girl"

Mancava da un po' il buon Osamu Satoyama, leader di una banda tra le migliori della florida scena power pop giapponese. Qui coadiuvati nella stesura delle liriche da Gary Frenay dei Flashcubes, e in attesa di un nuovo lavoro lungo che non dovrebbe tardare molto, i Mayflowers - che già dovrebbero essere noti ai lettori di queste pagine - deliziano tutti con una nuovissima canzone la cui recensione è perfino superflua, e semplicemente vale a ricordarci perché amiamo così tanto il loro power pop influenzato dai richiami dell'impero britannico.