.header-inner:[widht:300px;]

lunedì 23 febbraio 2009

I Migliori LPs del 2008!!! (quinta ed ultima parte)

Finalmente la top five dei dischi 2008 (in versione "countdown" per creare più suspance!).

05. Chewy Marble - Modulations. Brian Kassan è stato soprattutto un membro fondatore dei Wondermints e, di conseguenza, una piccola leggenda della scena pop di L.A. I Chewy Marble sono la sua creatura da una decina di anni e Modulations è il loro terzo disco, uscito dopo ben sette anni di silenzio. Quando nessuno più se l'aspettava, ecco un concentrato di powerpop e Lennon sound da sballo. She Roxx e Don't Look At The Sun sono poderosi assalti chitarristici forgiati da melodie impeccabili, mentre Cross-Hatched World, una delle canzoni dell'anno, respira i profumi di certo lennonismo d'annata. Tra turbe mentali (My Monster) ed estemporanee stranezze easy listening (Mental Tootache), Modulations è un album sublime, solido e scritto prendendosi tutto il tempo necessario per partorire un disco senza falla alcuna. Un disco a cui ha collaborato la crema del pop losangelino (Jim Laspesa, Rick Hromadka e Rick Gallego tra gli altri). Una garanzia.

04. Adrian Whitehead - One Small Stepping Man. Una delle grandi sorprese dell'anno arriva da Melbourne, Australia. In pochi sapevano chi fosse Adrian Whitehead. Personalmente, ricordavo di averlo sentito nominare in qualità di pianista degli Even, ma in ogni caso nessuna notizia avrebbe potuto prepararmi ad un disco così incredibilmente perfetto. Piano pop d'autore al suo meglio, influenzato dai piano-songwriters dei seventies, da certe atmosfere sunshine e da Paul McCartney, in qualche modo. Una voce caratteristica della famiglia Lennon (uno dei punti di paragone più lampanti è l'ultimo, grande disco di Sean "Friendly Fire" del 2006) cesellata al millimetro; pezzi anche lunghi ma pieni di un pathos emotivo tale da rendere indispensabile ogni secondo suonato; atmosfere solari ma vagamente trippy all'occorrenza. Songwriting d'eccezione, nel senso letterale del termine, in piccoli saggi di poemetti soft pop come Julia, Ways Of Man e Saving Caroline. Una spruzzata di solenne powerpop in Radio One. Non so se si è capito, ma One Small Stepping Man è un disco da mettere nel carrello al volo.

03. The Mommyheads - You're Not A Dream. Ritornano ad oltre dieci anni di distanza dall'omonimo, ultimo lavoro di studio che ne aveva sancito la teorica fine Adam Elk e soci, i Mommyheads, uno dei più favolosi e sottovalutatissimi gruppi pop di tutti gli anni Novanta. E lo fanno con un lavoro clamoroso, intimista, sofferto ma illuminato da quegli abbaglianti raggi di talento che solo i migliori artisti possono emanare. Musica popolare fino ad un certo punto, difficile, tutto meno che immediata ma sublime, incantevole, spezzacuore. You're Not A Dream non può, per sua stessa natura, entrare subito in circolo. Non supera istantaneamente la nostra barriera ematoencefalica. Lo so, la musica, e meno che mai la musica pop, non dev'essere studiata. Ma come dicevamo un attimo fa, fino ad un certo punto. Non scartateli dopo il primo ascolto, non gettate subito la spugna. Abbiate la pazienza di capire che cosa sta cercando di comunicare la meravigliosa voce di Elk. Sognate di fronte ai complicati arrangiamenti di platino che la band disegna senza posa. Convincetevi del fatto che Washing Machine, Stupid Guy e Corky sono capolavori senza tempo. Non riuscirete più a farne a meno molto facilmente.

02. The Brilliant Mistakes - Distant Drumming. Quando il mix perfetto tra pop e americana prende forma, io non capisco più niente. Lo avevo detto, lo avevo scritto. Se come me letteralmente impazzite per il pop screziato da contaminazioni roots, ebbene Distant Drumming, il terzo lavoro di studio per i newyorkesi Brilliant Mistakes, è una delle massime espressioni musicali dell'anno. Fraseggi a tre voci che sembrano state concepite per stare e lavorare insieme. Sublimi fraseggi profondamente americani (The Day I Found My Hands), ma essenzialmente pop (si ascolti l'incredibile A Good Year For A Change). Sensibilità melodica ed emotiva a cascate e padronanza della materia seconda a nessuno. Un album che mi ha fatto innamorare al primo colpo e che è stato quasi completamente ignorato da tutti i compilatori di classifiche del globo. E chissà perchè. Ognuno ha i suoi gusti, ovvio, ma a me piace pensare che la generale indifferenza sia derivata da cattiva distribuzione o da scadente pubblicità. Una volta nel lettore, infatti, Distant Drumming è un album che non è impossibile, ma addirittura delittuoso non amare.

01. Dennis Schocket - The Cinderblock Mansion. Clamorosamente mancato dalla comunità pop online (compreso il sottoscritto, che però compilando tardissimo la classifica di fine anno proprio per evitare di tralasciare capolavori come questo ha fatto in tempo a rimediare), la scorsa primavera è giunto, completamente inaspettato e prodotto dal leggendario Andy Bopp, l'esordio da solista di Dennis Schocket, noto agli appassionati per essere il chitarrista dei grandi Starbelly, uno dei miei gruppi contemporanei preferiti e autori di due album (Lemon Fresh del 1998 e Everyday and Than Some del 2002) che la redazione di UTTT consiglia di andare a recuperare al più presto, se ancora non l'avete fatto. Schocket, insieme a Bryan Ewald, è stata la principale forza creativa dietro a quei due immensi dischi, e Cinderblock Mansion, pur prendendo strade anche diverse rispetto a quelle percorse dalla sua band d'origine, è un disco che non solo non delude le attese, ma che anzi esalta, rapisce, fa urlare di gioia. Avevamo già il sospetto, ma adesso è praticamente sicuro: Dennis Schocket è uno dei più grandi autori dei giorni nostri. 12 perle, una più meravigliosa dell'altra. Chitarre a profusione, madri di geniali approcci melodici e due diamanti pop da tramandare ai posteri come Breathe e Girl Of The Year. Schocket, con brani come Lovesick Blue, About This Girl e This Forgiving Heart da libero sfogo alla sua passione per la miglior country music, che manco a dirlo scrive ed interpreta come se mai avesse fatto altro nella vita. Poi, la sua voce è tra le mie preferite tra quelle cantate e vissute negli ultimi tre lustri, e non è una voce particolare o sopra le righe. Semplicemente, è la voce di un uomo creato per scrivere musica pop. Musica pop perfetta. The Cinderblock Mansion è il degno miglior disco di un anno favoloso, e speriamo che il 2009 sia all'altezza.

Nessun commento: