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lunedì 25 agosto 2008

Disco del Giorno 25-08-08: Gordon Weiss - Sum Of Its Parts (2008; autoprodotto)

"Le canzoni più belle sono state già scritte" e "nessuno inventa più nulla di nuovo" sono due tra le frasi più uilizzate da quella comunità di ascoltatori, altezzosi e fichetti, che provano un fastidio insopportabile udendo qualsiasi cosa che non sia ostentatamente alternativa e sperimentale, anche a costo di innamorarsi di robaccia e di sostenere tesi indifendibili. Orbene, Gordon Weiss da Hartford, Connecticut, è arrivato per dare loro qualche dispiacere. "I know you've heard this all before, ok so you can tell me what else is new" è la strofa che apre il primo brano del suo disco d'esordio. Come dire: so bene di non avere inventato nulla, ma non me ne potrebbe fregare di meno. Non è tutto. Perchè la suddetta canzone si intitola Fountains Of Weezer, che con il suo riff alla Stacy's Mom e le chitarrone college suona esattamente come ci si aspetterebbe. Per sottolineare il concetto, l'album si intitola Sum Of Its Parts. Niente di più appropriato, visto che il disco è davvero una summa di tutti i rivoli della musica pop che in qualche modo hanno influenzato l'autore.

Il disco, prodotto da quell'abilissima chioccia che è Jeff Cannata, è stato sostanzialmente suonato per intero da Gordon, ed è davvero derivativo, ma si tratta di un derivativo scritto ed eseguito con tatto, gusto e tanta tanta freschezza. I dodici episodi di Sum Of Its Parts stanno li a dimostrarlo. Se la traccia di apertura è un omaggio ai poderosi suoni che hanno reso celebri Chris Collingwood, Adam Schlesinger e Rivers Cuomo, Too Much è un energico spaccato di Stonesiana memoria, mentre It's Easy rivela la faccia più morbida di Weiss, per le aggraziate tinteggiature che ricordano in maniera del tutto naturale il soft rock di gruppi come Bread e America.

La traccia numero quattro fa annotare sul taccuino Elvis Costello come altra enorme fonte d'ispirazione per Gordon e, ancora una volta, è il titolo stesso a chiarirlo. Red Shoes Revisited, oltre ad essere di suo una gran bella canzone, è un degno "secondo episodio" di (The Angels Wanna Wear My) Red Shoes, ovviamente.

La scrittura di Gordon Weiss è solida dall'inizio alla fine di un disco che tende ad incedere in modo variegato e sicuro, ma se dovessi segnalare i momenti più significativi, oltre a quelli già descritti, mi soffermerei su Half Of Harry, che evidenzia la passione del Nostro per la british invasion ed esplode in una frenetica coda psichedelica, Hook, Line And Singer, in bilico tra country rock e rockabilly e Match Point, una sentita ballata per archi e pianoforte. Niente male anche la conclusiva Listening, una sorta di pop-soul come potrebbe essere soul il penetrante liricismo dei Crowded House.

Le conclusioni sono scontate, ma non posso evitare di rimarcare, ancora una volta, che troppe volte sono rimasto deluso da chi ha tentato di innovare ad ogni costo facendo il passo più lungo della gamba. E che, come al solito, le canzoni sono di gran lunga la cosa più importante. Quando compro un disco voglio ascoltare prima di tutto delle belle canzoni. Se poi ricordano cose già ascoltate cinque, dieci o trent'anni fa, non mi interessa assolutamente. E a Gordon Weiss importa ancora meno, credo.

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