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martedì 11 marzo 2008

Disco del Giorno 11-03-08: The Krinkles - 3-The Mordorlorff Collection (2007; Mordorlorff Music)

Qualcuno tra voi lettori si starà chiedendo quando incomincerò ad occuparmi solo di dischi "2008", vero? Ci sarà tempo e modo, tranquilli. Nel frattempo ho in serbo per voi ancora qualche residuo dell'anno scorso che non è possibile lasciare nell'oscurità. Vero è anche, del resto, che se molti di questi dischi hanno già ottenuto molte recensioni, di loro si è parlato quasi esclusivamente in America (o in Spagna...) e, se il mio motore di ricerca funziona bene, mai nessuno ne ha scritto in Italia. Dunque, ben contento di essere una sorta di pioniere, mi rimbocco le maniche e provo a soddisfare la vostra sete di pop!

Quest'oggi, il disco che porto alla vostra attenzione è quello dei Krinkles, band proveniente da Chicago dedita ad un perverso, energetico ed assolutamente entusiasmante intreccio hard-pop. Il gruppo dell'Illinois, noto ai seguaci della zona come fantastica live-band, è ormai attivo da più di dieci anni, visto che il primo album di studio, Three Ringos, è datato 1996. Prima di pubblicare questo 3 - The Mordorlorff Collection, il quartetto di Chicago ha dato alle stampe anche un secondo disco, chiamato The Revenge Of The Krinkles ed uscito nel 1998. Un paio di anni più tardi, il gruppo ha registrato una collezione di brani per il programmato terzo album di studio, ma le varie vicende personali dei membri hanno fatto si che smettessero di suonare insieme e che quelle canzoni non venissero pubblicate. Non prima dello scorso anno, almeno.

The Mordorlorff Collection è un disco retrò in senso stretto, completamente fuori dal mondo. Non c'è niente di meno contemporaneo, meno modaiolo (evvai!) e meno, come si dice, "cool" di un sound che prende le melodie dei Badfinger e dei Raspberries e le impacchetta in un contenitore hard rock che in certi episodi rimanda addirittura ai Kiss. Va bene, vista la definizione potrebbe sembrare una schifezza, ma vi assicuro che ai Krinkles riesce il miracolo. Dan "The Fox" Edwards (chitarra e voce), Henry Klotkowski (pure), Jerry Overmyer (basso) e Matty Favazza (batteria e voce) sono stati capaci di far diventare alcune oggettive tamarrate prese dall'oscuro repertorio "hard" anni Settanta ed Ottanta delle gloriose canzoni pop con i controfiocchi. Prendiamo per esempio brani come l'iniziale Dirty Girl: ha un tiro di batteria pazzesco, l'assolo dopo il secondo ritornello mi ricorda veramente i Kiss ma il brano, alla fine, è powerpop. Powerpop vecchia scuola, anni Settanta, eccitato e coinvolgente, pacchiano ma geniale. Il paragone con un altro grande, grandissimo gruppo di Chicago di quel periodo è d'obbligo. Come con chi? Con i Cheap Trick, ovvio no?! Sulla stessa falsariga si muovono anche brani come Stay With Me, sempre con quei tocchi un pò glam ma appena più spostata verso il classico powerpop anni Ottanta alla Records, oppure Best Friend, uno dei migliori brani del disco, che in più aggiunge un ritornello cantato con un falsetto sexy da far perdere la testa. Altre canzoni da citare sono senza dubbio Gimme Gimme e Sweet On You, dove le svisate glam lasciano spazio al puro powerpop anni Settanta alla Raspberries e I Want You, che le riviste specializzate definirebbero "classic rock" e che io, rischiando di buttare cattiva luce su un brano che adoro definirei "Bryan Adams in flip powerpop". Tutti i brani citati, e forse qualche altro, potrebbero essere dei grandi singoli, e ciò non è un pregio da poco. L'unico difettuccio è che tra le sedici canzoni c'è qualche momento "no", soprattutto nei lenti come Blinded By Love e Closer To Here Than There, dove i Krinkles non riescono ad esprimere il loro potenziale esplosivo, ma sono episodi isolati e dopotutto con i moderni cd players ci vuole un attimo a mandare avanti il pezzo, non è vero? Il disco, oltre ai dodici brani inediti, è completato dalle versioni demo di vecchi pezzi come So...Goodbye e Outerspace, dalla cover del brano di Rick Springfield Love Is Alright Tonight e dalla performance live di Blinded By Love.

Non capita molte volte all'anno che dischi del genere mi piacciano così tanto. Forse succede in cinque/sei occasioni. Stavolta è una di quelle. E se piace a me, buon hard-pop a tutti.

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