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mercoledì 24 ottobre 2012

Disco del Giorno 23-10-12: Dan Kibler - s/t (2012; Kool Kat)



Tempo tiranno, mannaia di sogni, illusioni e progetti. Under The Tangerine Tree è nato, ormai cinque anni fa, per essere sul pezzo, per togliere strati di precoce polvere dal maggior numero possibile di grandi dischi pop in costante uscita in ogni sperduto angolo del globo. E invece non scrivo niente da un mese, più o meno. Basta, chiudo, mi son detto. Poi ha prevalso l’estrema passione per il mio progetto originale e quindi eccoci a lanciare la volata di fine anno, partendo da una mini digressione su un disco che giaceva semi dimenticato sulla scrivania da metà giugno.

Dan Kibler vanta mezzo secolo di vita passata perlopiù a suonare in locali di second’ordine ed una discografia ignota al crescente ma comunque sparuto plotone di aficionados della materia popchitarristica. Nondimeno, egli vanta almeno tre buoni motivi per prendersene cura. Innanzitutto, questo nuovo ed omonimo long player si pregia di una griffe tra le più affidabili in materia: se c’è scritto Kool Kat io compro, non ci sono storie. La seconda motivazione, parzialmente collegata alla terza, è di carattere prettamente geografico. Il signor Kibler risiede nella Pennsylvania centrale, fatto che, quando si parla di produzioni più o meno powerpop, acquista di default una certa rilevanza. E chi è uno dei capi supremi del nostro genere preferito  proveniente da quelle terre? Michael Giblin, ovviamente. Il noto autore a capo dei Parallax Project e già bassista di quella leggenda totale chiamata Cherry Twister, qui co-produce e lucida le parti a quattro corde con la consueta maestria. Spero che di obiezioni ne avanziate pochine.

Dan Kibler è autore di un gran bel disco di genere che da queste parti amiamo definire, in un certo qual senso, popicana, che riesce nell’intento di coniugare la musicalità del miglior pop adult oriented ad istanze cantautorali a stelle e strisce anche un pizzico rauche, e che hanno in  Tom Petty il massimo punto di riferimento. A caratterizzare l’album sono dunque brani d’originale scrittura ed indiscusso fascino come The Misunderstood, When Johnny Comes Home e Brocken Back and Bound, tutte segnate da una scrittura tipicamente roots pop di prim’ordine che renderà senz’altro felici i fans di certi Jayhawks, mentre i brani sciolti del lotto, a cui va comunque riconosciuta una grande coesione di fondo, spaziano dal pedal steel sound di Another Day alle sassate melodiche imposte da Never Good News, indiscutibilmente miglior brano dell’intero lavoro.

La passione che il signor Kibler ostenta per il power pop classico emerge da 45 Seconds More, dove i sublimi riffs di chitarra rievocano Dwight Twilley e Raspberries, e la cosa impreziosisce ulteriormente un disco caldo e personale. Che va bene, è uscito alle porte della scorsa estate, ma sarà in grado di essere perfetto nell' allietare le prime comparsate davanti al camino in questa prima striscia autunnale.

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