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lunedì 26 maggio 2008

Disco del Giorno 26-05-08: The Galaxies - Here We Go! (2008; autoprodotto)

Il powerpop è stato, è tuttora e sarà sempre uno dei nostri stili musicali preferiti, e questa non è di certo una sorpresa. Quello che ogni tanto ci sorprende piacevolmente è l'impressionante quantità di ottimi gruppi che continuano ad emergere dal sottobosco della scena. Uno di questi sono i Galaxies, band che, dal niente, è uscita con un disco di debutto davvero ottimo. Il "tre teste" di Los Angeles, composto da Bobby Cox (chitarra e voce), Will MacGregor (batteria) e Charles Molinari (basso) propone una serie di canzoni improntate sul più classico powerpop chitarristico. Talmente classico che, ascoltandoli per le prime volte, non mi avevano particolarmente colpito. Per fortuna, il profondo rispetto che nutro per chi produce musica mi impone di dare ad un album tre o quattro possibilità di convincermi. E Here We Go, pur essendo tutt'altro che un disco sperimentale, è cresciuto paurosamente di ascolto in ascolto, per alcuni semplici motivi: i pezzi sono carichi di potenza melodica e ritmica, le armonie vocali sono pregne di sfumature interessanti pur nella loro semplicità e l'album, nel complesso, è estremamente godibile dal principio alla fine.

Il tutto si apre con la (quasi) title-track Here We Go Again, un potente esempio di powerpop classico, con la testa rivolta ai Big Star ma i piedi ben piantati in un presente non derivativo, per un pezzo di un entusiasmo contagioso (favoloso il whuu! iniziale...). Si prosegue con You Promised, dove il sound diventa più melodioso ed intriso di jingle-jangle e Baby I Believe, che aggiunge quegli stoppatini di chitarra che mi piacciono tanto ad una melodia nel "chorus" che definirei gloriosa. Forget Me Not, brano dove la strofa è sempre sostenuta da un vigoroso stoppato, oltre ad essere una delle vette del disco sin dal primo ascolto mi ha fatto pensare alla seguente, curiosa, definizione: "Pennsylvania power pop". C'è qualcosa, infatti (e non solo in questo pezzo), che mi ricorda tantissimo i Cherry Twister ed i Parallax Project. Forse per la voce leggermente vellutata alla Steve Ward di Bobby Cox; forse per la struttura melodica del ritornello. Forse è un'impressione indefinibile. Mah, un grande brano. Gli altri due highlight del disco sono il geniale bossanova/pop di Lost And Lonely che, se proprio devo sceglierne uno solo, è quello che metterei in una mixtape e Love Has Found Me, dove attorno ad uno zuccherosissimo, fantastico ritornello, i Galaxies costruiscono un intreccio tipicamente sudista, con un bella "jangle guitar" a sospingere un'atmosfera davvero americana, se capite cosa intendo.

Here We Go è un disco breve, di appena nove brani, che mostra in tutta la sua evidenza l'unico vantaggio di un album corto: niente riempitivi, tutta sostanza. E sarà anche vero che canzoni che parlano esclusivamente d'amore non fanno molto figo al giorno d'oggi, ma per fortuna qualcuno che non sente la necessità di essere superman esiste ancora, ed è pure in grado di allietare per una mezz'ora alcune decine di persone normali come me.

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