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mercoledì 26 gennaio 2011

Disco del Giorno 26-01-11: Lannie Flowers - Circles (2010; Aaron Ave)

"I don't know where I'm going, all I know is I'm not knowing, going round in circles all the time". Periodo complicato, dunque, per il musicista di Dallas. Oddio, che non fosse un personaggio semplicissimo tendevamo a saperlo già da un paio di anni, dai tempi in cui pubblicò Same Old Story, il suo album di debutto. Disco dell’anno per Power Pop Station, consisteva in una sorta di medley tra 36 (!) pezzi tutti di durata inferiore ai due minuti. Progetto ambiziosetto e ben riuscito, approvato dalla critica e dagli ascoltatori, che dunque attendevano questo nuovo Circles pronti ad aspettarsi qualsiasi cosa. Ma Lannie Flowers, anche in questa occasione, ha preferito spiazzare tutti quanti, partorendo un nuovo lavoro che è un pedissequo, semplice, gioioso tributo ai genitori del pop chitarristico dei seventies, ed in qualche caso un omaggio ai progenitori del genere. Più pop with power che powerpop, Circles è un’opera fatta di quindici brani durante i quali Lannie dimostra di sapersela cavare anche con la forma-canzone spiccia, senza che gli sia per forza necessario indossare l’abito dell’istrione.

Quindici tracce, dicevamo, energia a mille, pochissimi fronzoli: tutto questo è Circles, un lavoro che dal powerpop delle origini affitta le propensioni melodiche, ma che nella sostanza evidenzia chiari retaggi sixties rock e via etere, si ascolti il singolone Turn Up Your Radio per comprendere, sarebbe stato a pennello in una diffusione AM nel 1979. Lannie Flowers si gioca tutto sulla commistione tra l’andazzo pop che il disco mantiene dall’inizio alla fine e le sfumature grezze e terra a terra che ne arrangiano i contorni. Risultati? Buoni, molto buoni, soprattutto se un album compatto, che tiri avanti deciso senza guardare in faccia a nessuno, intarsiato di canzoni sempre croccanti e privo di pause e stonature è quello che fa per voi. Certo, vi aspettereste delle coordinate che aiutino ad identificarne i concetti base. Ebbene, nonostante Circles sia un lavoro difficilmente inquadrabile, e correndo il rischio di prendermi le uova marce, direi che provando ad immaginare i Cheap Trick impegnati ad interpretare un repertorio di cover Stonesiane mentre Zander tenta di impersonificare Eric Burdon…Beh, mi rendo conto delle difficoltà, ma il risultato potrebbe essere tra quelli verosimili.

Pezzi pregiati? La title track, dove le sofferte linee melodiche potrebbero essere state scritte da un primordiale Rivers Cuomo e la già citata Turn Up Your Radio, naturalmente. E poi Where Does Love Go, dalla scrittura intelligente e cangiante nella sua apparente semplicità, ma soprattutto Looking For You, elementare midtempo powerpop utile a ricordare come mai, anche quando si presenta in veste così cruda, amiamo alla follia questo sottogenere. Ripeto: chi avesse scoperto Lannie Flowers ascoltando Same Old Story resetti tutto e si prepari a godere di un album agli antipodi. Tutti gli altri si concedano una spensierata corsa in autostrada con Circles a bomba nell’autoradio.

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