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sabato 17 maggio 2008

Indie labels che passione! Bongo Beat records (seconda parte)

Ed ecco a voi la seconda parte del nostro piccolo excursus sulla Bongo Beat records, dove ci occuperemo dei dischi di Kevin Kane e di Dave Rave & Mark McCarron...

Kevin Kane è senza dubbio meglio noto agli appassionati in qualità di vocalist di quel grandioso gruppo Canadese chiamato Grapes Of Wrath, attivo tra gli anni Ottanta e Novanta. E How To Build a Lighthouse, il suo quarto lavoro da solista, è un altro di quei dischi che mi fanno pensare una cosa, peraltro già più volte ribadita su questo blog: non sarebbe forse meglio stilare la classifica dei migliori dischi dell'anno a fine Giugno anzichè a Gennaio? Se io avessi scoperto questa gemma di disco lo scorso Dicembre, infatti, visto che ufficialmente è stato pubblicato nel 2007, non avrei esitato ad includerlo nelle prime trenta posizioni. Kane è un fenomeno da ballata, vanta un songwriting raffinato ma essenziale ed ha una voce stupenda. Le sue canzoni, spesso ottimi esempi di "late night songs", risultano addirittura più godibili allorquando assumono una piega più chitarristica. E allora Last To Know è una meravigliosa ballata elettrica che i fans di Michael Penn, di certo Matthew Sweet e del grande Adam Daniel (chi se lo ricorda? il suo "Bluepop", del 1999, è uno dei capolavori powerpop degli ultimi dieci anni) non potranno che adorare, essendo uno dei pezzi migliori degli scorsi mesi, una canzone che inevitabilmente chiama l'ascoltatore a schiacciare in continuazione il tasto replay.

How To Build a Lighthouse è pieno di momenti degni di nota. Così Somebody Needs A Hug muove sulle stesse coordinate di Last to Know, aggiungendo un pizzico di rock ad un contesto da ballata che fa tanto Pete Yorn. Tra le ballate pure, Late Night, Closer e la McCartiana Nothing Left fanno la differenza, mentre No Postcard è un frammento di purissimo powerpop, che sta tra gli autori sopracitati ed i Big Star. In chiusura, una citazione per No Black Dots, di stampo quasi Blur periodo "The Great Escape" e per la cover di Arnold Layne dei Pink Floyd, pardon, di Barrett, che di Kevin è uno degli idoli incondizionati. A proposito, come mai sul booklet c'è scritto See Emily Play? Disco da non perdere.

L'ultimo album di questa mini carrellata è quello di Dave Rave & Marc McCarron, un disco che non pensavo potesse coinvolgermi come sta accadendo. In the Blue Of My Dreams, questo il titolo, è infatti un disco di pop jazzato. Anzi, molto jazzato. Abituati ad ascoltare Dave nelle sue classiche vesti di cantante powerpop influenzato da Kinks e Ramones, fa abbastanza strano ascoltare un album basato su sfondi di archi e fiati, in un'atmosfera assolutamente eterea e rilassata. Eppur ci piace. E' gradevole perchè è un disco adatto ad ogni situazione. E' difficile quanto basta per soddisfare la vostra voglia di musica inconsueta, ma facile abbastanza da riuscire ad essere un sottofondo di grande classe e leggerezza. Così leggero e delicato che solo per poco non prende il volo, In The Blue Of My Dreams contiene pezzi di assoluto valore come At The End Of Day, splendida traccia d'apertura, dove un bucolico pop d'autore pennellato da sinuosi fiati sorregge una voce che, non chiedetemi perchè, ad ogni ascolto mi sembra somigli sempre più a quella di Joe Pernice. Altro brano prelibato è Shine, di simile impatto. Sunday In The Blue Of My Dreams è invece un esempio di come si può anche fare un pezzo di puro jazz che piaccia a poppettari come noi. Stranded e Not This Time di base sono due chicche di chamber pop magnificamente orchestrate, e They Held Hands un grazioso folk pastorale. C'è pure una cover di Song Is You (originariamente di Oscar Hammerstein) a suggellare un disco che non sarà la nostra classica tazza di té ma che sicuramente vale la pena di ascoltare senza pregiudizio alcuno e, vi giuro, non ve ne pentirete.

Chiaramente, siamo in attesa che la Bongo Beat faccia uscire al più presto altri quattro dischi di questo spessore...Intanto, grazie Ralph!

2 commenti:

tony-face ha detto...

bellissimo questo blog !
ci tornerò spesso

www.tonyface.blogspot.com

Emmanuel ha detto...

Grazie mille Tony, è davvero un onore ricevere i complimenti da te!