Preso il nome in prestito dal noto disastro aereo cinematografico diretto da Jerry Jameson, gli Airport 77s regalano agli aficionados il primo ottimo disco del 2021 per la categoria power pop storico. Power pop e new wave, direbbe il filologo classico, nell'infusione tra due generi dai contorni ancora sfumati nel 1980, epoca a cui inesorabilmente si riferisce "Rotation", il primo lavoro del gruppo. Un disco breve - appena otto tracce - e fatto di brevi canzoni dal tiro micidiale e immediato, musicalmente ispirate ai sospettatissimi Motors, 20/20 e Jags ma infine personali, soprattutto per merito dello stile canoro, teatrale anzichenò, esibito da Andy Sullivan, nelle cui corde vocali si incrociano gli eclettismi di Cal Everett, John Burton e, perché no, Joe Pajamas.
L'incipit del disco, sempre un momento delicato, è affidato a Christine's Comin' Over, pop chitarristico calato mani e piedi tra il 31 dicembre '79 e il capodanno del 1980: le chitarre sibilano su una sezione ritmica pressante, e il timbro vocale, in pari misura melodico e aggressivo, svela il figlio prediletto tra quelli che abitano il pantheon, le cui fattezze non possono non essere quelle di Paul Collins. L'autoproclamato, peraltro a buona ragione, "Re del power pop" sarebbe fiero di vedere recepita la propria lezione durante la splendidamente titolata (When You're Kissing On Me Do You Yhink Of) James McAvoy, uno dei punti salienti dell'opera, dedicata a chi almeno una volta nella vita (e a chi non è mai capitato?) ha avuto la netta percezione di non essere necessariamente l'obiettivo finale della ragazza che gli dedica qualche attenzione.
Proseguendo, il riff di Shannon Speaks è vistosamente debitore della ritmica strummeriana, mentre Wild Love sequestra i Cheap Trick epoca Dream Police e riserva loro un gradito trattamento glam intensamente chitarristico. Il mito Paul Collins aleggia come un santo protettore sulle spalle del trio, e in effetti All The Way e Make It Happen gridano a gran voce il proprio amore per "The Kids Are The Same". A guarnire il tutto una riuscita cover di Girl Of My Dreams, inno di genere consegnato alla storia da Bram Tchaikovsky, per segnare ancora una volta i confini di un album che sa ciò che vuole e come ottenerlo. I cultori della materia possono gettarsi su "Rotation" senza timore di farsi male.
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