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venerdì 2 maggio 2008

Disco del Giorno 02-05-08: Dave Dill - Follow The Summer (2008; Pickled Sun Music)

Che grande anno, questo 2008, per i fanatici di sunshine pop e di (soft) neo sixties in generale! Dopo aver esaltato il debutto capolavoro dei Rollo Treadway e aver scoperto, seppur con quattro anni di raitardo, l'esistenza dei grandi Offbeat, ci troviamo in redazione un altro disco sensazionale, perfetto per affrontare l'estate ormai sempre più vicina. Stiamo parlando del nuovissimo studio-album di Dave Dill, un disco che nell'universo dei blog sta ottenendo recensioni e voti pazzeschi e, visto che manchiamo solo noi, è ora di tributare il nostro personale plauso ad un artista che difficilmente restarà fuori dalla top 20 di fine anno...

Dave Dill, proveniente dal Rhode Island e giunto al quinto album, chiamato Follow The Summer, è la quintessenza del cantautore indipendente, essendo l'unico responsabile della stesura dei pezzi, nonchè della loro incisione e produzione. Dill suona ogni strumento e "canta" ogni voce, avvalendosi giusto in tre brani della collaborazione (nella scrittura e nella produzione) di Derek Holt, storico autore britannico, membro della Climax Blues Band ed autore della ballata sbanca-botteghini I Love You. Lo spirito che permea questo, come del resto i quattro dischi precedenti, è quello che si intuisce leggendone il titolo. Sole e mare. Di sera, però, quando l'atmosfera è soffusa, rilassata e vagamente elegante e sofisticata. Sofisticata come gli undici lussuosi frammenti che compongono Follow The Summer.

L'album, davvero raffinato e privo di riempitivi, lascerà a bocca aperta i cultori del classico "pet sound", così come i fans di moderni autori west coast come Michael Penn e soprattutto Jon Brion. La sequenza si apre con Today, un brano che vuole a suo modo essere esplicativo, guidato com'è da linee vocali certamente ereditate da Brian Wilson, poggiate sui tappeti sonici creati da un'evoluta e complicata chitarra acustica e da un geniale piano elettrico, fino a quando il tutto deflagra in un roboante assolo finale, dove sembra di scorgere Brian May impegnato in un epico esercizio progressivo. Miss America, se possibile, è ancora più aderente allo spirito del disco, ricordandomi un solare girotondo alla Wondermints immerso in una tiepida atmosfera acustica. Happily Ever After - senz'altro una delle chicche del lotto - è un coinvolgente numero uptempo che ricorda, a diversi livelli, un pò Macca e un pò i Fleetwood Mac, mentre Perfect There, guidata da un'acustica impegnata in un giro ossessivo e straniante, supporta una grandiosa melodia vocale in falsetto che tutto deve a Wilson e che ricorda le favolose produzioni dei Baby Lemonade periodo High Life Suite. E beccatevi l'uso del synth in sottofondo!

I pezzi, ripeto, sono tutti meritevoli d'attenzione e Never So Beautiful è un'altra conferma in questo senso, con i suoi intricati ma al contempo dolci e rilassati "impasti" vocali e il lussurioso sfondo sonoro, ancora e sempre debitore dei Beach Boys più eleganti. Don't Remember, invece, si discosta di netto dal feeling generale, pur senza risultare fuori luogo, con il suo rock'n'roll tinteggiato di country marchiato da chitarra twangy. Tutto torna nella norma un attimo dopo, però, perchè You Don't Believe It, un altro picco del disco, è una sublime ballata memore dei Badfinger, e Hide and Seek, di simile impatto "umorale", è invece influenzata dal miglior McCartney e impreziosita da un'armonia centrale sostenuta da un vintage pianoforte Rhodes del 1952.

L'ultima parte di Follow The Summer è aperta dalla title track, un'altra meravigliosa ballata dalla superba orchestrazione e dal complicato arrangiamento, che brucia lenta e rilassata fino a colpire inevitabilmente il cuore. Il brano, ispirato ad autori classici come Left Banke e Zombies, mi ricorda lo stile di un altro grande artista contemporaneo come Rick Gallego, che con l'ultimo disco targato Cloud Eleven ha virato deciso verso un raffinato sunshine pop. Per non smentirsi, Dill chiude con altri due brani che si guardano bene dall'abbassare la media. Everyday Song è un vivace e gioioso midtempo, mentre Ride On è un'intensa chiusura intrisa di blues e, soprattutto, di una buona dose di soul music.

Nel caso non fosse chiaro, se amate le cose più tranquille e sofisticate della west coast anni '60, correte ad accaparrarvi una copia di Follow The Summer. Perchè è vero che per questo genere di cose l'annata sembra propizia, ma dischi come questo sono delle perle in grado di fronteggiare i possibili periodi di vacche magre che, ahimé, ciclicamente arrivano. Altamente raccomandato.

1 commento:

Michele ha detto...

Salve,
sono Michele Baglioni, cantante e bassista degli Yellowstone, band fiorentina. Abbiamo recentemente registrato un demo e stiamo cercando di ottenere qualche recensione...
Non so qual è l'iter corretto per porre questa domanda; nella mia ignoranza, lascio un commento all'ultimo post!
Vorrei sapere se sareste disposti ad ascoltare il nostro lavoro ed, eventualmente, e a recensirlo.
Vi lascio anche qualche contatto web:

http://www.yellowstoneband.com
http://www.myspace.com/yellowstonerock

(Su entrambi i siti sono presenti anche le nostre canzoni)

Aspetto qualche notizia,
grazie mille per la disponibilità,
saluti,

Michele Baglioni